IL BELL’ANTONIO, di Vitaliano Brancati
Insegnante, viene introdotto da Benedetto Croce in un ambiente culturale europeo.
Fascista della prima ora (come tutti), scrive inizialmente con intenti propagandistici. Nel 1943 con il romanzo recensito, affronta il tema dell’esistenza e dell’erotismo. Stesse argomentazioni su altre opere, Don Giovanni in Sicilia, Paolo il caldo. Per il teatro scrive” La governante” questa volta tratta il tema della sessualità femminile.
Muore a cinquantaquattro anni a causa di una banale cisti dermoide.
Il “Bell’Antonio” si svolge a Catania durante il periodo fascista. Brancati descrive Catania, la mia città, meglio di Goethe, ” Così pensando, egli percorreva la via Etnea costeggiando il Giardino Bellini, imboccò Viale Regina Margherita, fino ad arrivare in piazza Santa Maria di Gesù, infilava la via di Cibali, giunge nella piazzetta di questa borgata, finché non rientrava a Catania attraverso un dedalo dei vicoletti”.
Frasi tipiche catanesi
” Lui si diverte a grattarsi e io mi prendo le sue pulci…
“Notaio voi buttate nero come la seppia, parliamoci chiaro!…”
“I Puglisi temuti quando parlavamo,erano più temuti quando tacevano…”
” Il cuore di quella ragazza (Barbara) è come il polipo, aggiunse, più cuoce e più duro diventa!…”
I personaggi, Antonio Magnano, Alfio, suo padre, Giorgio Puglisi, sua figlia Barbara, il cugino di Antonio, Ermenegildo Fasanaro, il quale dopo aver distribuito consigli e filosofia spicciola al confuso cugino Antonio, rivela la sua vera natura alla fine del romanzo.
Argomento principale del romanzo la sessualità durante il periodo fascista in una città che avrebbe dovuto aspettare gli anni sessanta per farsi chiamare, immeritatamente “la Milano del Sud.
Tralascio volutamente la trama per non fare perdere a chi lo volesse leggere il piacere della scoperta di molte sorprese.
Una bella versione cinematografica in bianco/nero, con un grande Marcello Mastroianni e una affascinante, giovanissima Claudia Cardinale.
Finale romanzo/film completamente diversi, il regista si è preso molte, troppe libertà, stravolgendo il romanzo.
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