IL BUIO FUORI Cormac McCarthy

IL BUIO FUORI, di Cormac McCarthy (Einaudi)

 

Recensione 1

Il mio primo McCarthy…che botta!

Culla e Rinthy sono due personaggi difficili da dimenticare, due anime scure che vivono in un tempo e in un luogo non bene identificato, dimenticato da Dio e caratterizzato da una grande desolazione, dalla mancanza di speranza, di luce, di colori…solo natura, ma quella natura ostile, lugubre, che ti inghiotte nel suo nero più feroce.

Desolati sono i paesaggi, ma anche gli animi e il cuore di chi li popola…

Il buio fuori è, in realtà, una finestra sul buio che abbiamo dentro, spalanca le porte sull’abisso del male, del malvagio, del marcio.

Troviamo il male puro, figure tra il divino e il satanico in forma trina che danno un assaggio della fine del mondo, scenari apocalittici e violenza senza pari, ma troviamo anche lei, Rinthy, l’anima in pena in cerca della sua luce, quella che le viene sottratta prima ancora che potesse illuminarla, che potesse darle un nome.

Lei incontrerà sempre gentilezza e cortesia sul suo cammino…ma il buio non si rischiarerà…

Lui, Culla, sembra invece perseguitato da continue accuse e diffidenza, come a dover scontare il male perpetrato, a dover pagare per i suoi peccati.

McCarthy scrive molto bene, la sua scrittura è potente, crudele, fotografica, ma fa male…turba.

Ho trovato le stesse atmosfere “senza speranza” e angoscianti della Kristof, che io amo.

Solo…avrei gradito un finale…c’è dell’irrisolto, avrei bisogno di alcune risposte.

Ora ho bisogno di luce…il prossimo McCarthy aspetterà un pochino, ma ci sarà…altroché se ci sarà.

Recensione di Antonella Russi

Recensione 2

Il buio fuori e La strada sono libri terribili, durissimi che descrivono la desolazione di un mondo in disfacimento che l’autore ci ricorda essere un futuro possibile e per questo invita ciascuno a contribuire per evitare un disastro che per lui sembra inevitabile.

Il buio fuori è stato pubblicato in Italia nel 1997 ma il romanzo è stato scritto molti anni prima, come nelle favole il tempo non è ben definito così come il luogo anche se si può ipotizzare sia il sud degli Stati Uniti.

McCarthy è bravissimo nel creare, parola dopo parola, ambienti e atmosfere surreali, luoghi desolati in cui creature che hanno poco di umano, si muovono sole, disperate, vagano non si sa bene alla ricerca di che cosa, senza ideali, né speranze forse in preda al senso di colpa.

In questo romanzo durissimo si racconta il terribile cammino di due giovani fratelli che finiscono per vagare ciascuno alla ricerca di qualche cosa. Birthy, poco più di una ragazzina, ha dato alla luce un bambino frutto della relazione incestuosa con il fratello che lo ha ceduto a sua insaputa. La giovane donna vaga per le strade, di casa in casa, alla ricerca del figlio, spinta da un istintivo e infantile amore materno che non ha limiti e non si rassegna, il fratello, invece, vaga alla ricerca della sorella.

Nel loro vagabondare lungo strade polverose, campagne brulle e acquitrinose, pantani e paludi incontrano figuri inquietanti, uomini derelitti, ubriachi, crudeli, indifferenti, quasi non più umani perché il mondo in cui il romanzo porta il lettore, è un mondo immaginario ma possibile, conseguenza di un qualche evento traumatico che ha travolto il mondo che conosciamo trasformandolo in un incubo, cui l’umanità ha perso i suoi valori, la sua identità; non si tratta di una società primordiale in cui è tutto da costruire: relazioni, leggi, valori condivisi…ma al contrario della regressione alla stato primordiale di una comunità che ha perso se stessa.

Recensione di Patrizia Franchina

IL BUIO FUORI Cormac McCarthy

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