IL CASO KELLAN, di Franco Vanni
“Si dice che tutti hanno il loro segreti. Io non penso sia vero. Penso che ci siano alcune persone che non ne hanno nemmeno uno. O che ne hanno davvero pochi. Altre invece ne hanno tutta una montagna, nascosta per bene da qualche parte.”
Ho iniziato a leggere questo libro per curiosità, dopo averne sentito parlare lo scorso anno e di fatto anche recentemente, con l’uscita del nuovo libro di questo autore ed è stata una vera scoperta: sono felice di aver fatto la conoscenza di Steno Molteni, il protagonista.
Kellan Armstrong, il figlio del console americano, muore all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dopo essere stato lasciato pesantemente brutalizzato, davanti alle porte del nosocomio. Il fatto viene tenuto segreto ai media vista la visibilità del padre, ma Steno Molteni, giornalista di nera del settimanale “La notte” viene informato dell’accaduto dall’agente scelto Cinà, detto Scimmia, suo grande amico e in questa situazione anche agente incaricato del caso. Da qui avrà inizio tutto.
Sono rimasta piacevolmente colpita dalla struttura del racconto, che ne permette una lettura scorrevole nonostante il tema di fondo molto pesante. All’interno, come in uno scrigno, ci si ritrova davanti a tre storie distinte che si fondono gradualmente dando vita ad un romanzo unico ricco nei contenuti.
In primis abbiamo Steno che vive in albergo da quasi un anno, giornalista appassionato di giorno e barman e ragazzo dalla vita disordinata di notte. Dimenticavo, si muove con una Maserati Ghibli del 1970.
La seconda storia è il fatto di cronaca e attualità affrontato, ovvero la movida milanese, gli incontri omosessuali notturni, il fenomeno del cruising, l’omofobia con gli squadroni che vanno a fare “piazza pulita” di gay nei boschi.
Infine, vi è il dolore di una madre e di un padre per la perdita dell’unico figlio, che indipendentemente da ciò che emergerà dalle indagini, si renderanno conto di NON aver mai veramente conosciuto Kellan. Rimarranno per sempre con il rammarico di non aver cercato un dialogo con lui, dando troppe cose per scontato e non avranno più la possibilità di tornare indietro per ricominciare.
Una Milano eccezionalmente innevata come non mai farà da cornice a tutta questa storia.
Tanti temi che indipendentemente da come si voglia decidere di affrontarli ti lasciano l’amaro in bocca per la crudezza con la quale si palesano, ma che grazie alla sensibilità e allo stile nello scriverli dell’autore, non ti permettono di abbandonare il libro. Steno è comunque un personaggio singolare e i suoi amici faranno da contorno alla vicenda arricchendo il libro, con spunti sull’amicizia, quella vera che mai ti abbandona.
Il finale non sarà proprio quelli che tutti si aspetterebbero, ma in fondo le certezze nella vita sono ben poche.
L’unico messaggio che secondo me arriva forte e chiaro da questo libro, è che una vittima è pur sempre una vittima, ma nello stesso modo un carnefice rimarrà sempre un carnefice indipendentemente dal motivo che lo ha spinto a diventare tale.
Leggetelo!
Recensione di Loredana Cescutti
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