IL CASO MALAUSSÈNE. Mi hanno mentito, di Daniel Pennac (Feltrinelli)
Sono passati più di vent’anni da quando ho letto l’ultimo libro dedicato ai Malaussene.
La saga è presente nella sua totalità nella mia libreria personale sul ripiano “guaiachimelitocca”. Sono disposta a prestarli previo pedigree di chi me li chiede!
Impossibile non affezionarsi alla famiglia Malaussene.
Sono un gruppo di squinternati a cui succede di tutto… eppure sono loro a raccontarci come va il mondo. Dalla ferramenta in disuso in cui abitano tutti insieme in quella Belville nei sobborghi di Parigi da cui non si allontanano praticamente mai. Loro lo sanno come funziona. Il mondo ti passa sopra sbudellando e triturando tutto ciò che è sotto non importa che tu sia un poveraccio o un riccone. L’effetto è lo stesso.
Ma loro sono una Famiglia: è il primo grande insegnamento che mi porto dietro da tanti anni. Ad un certo punto ho iniziato a sentirli anche io come fratelli e mi sono accorta di esserne entrata a farne parte.
Una figlia nata chissà dove da “La Mamma” che viene letteralmente lasciata tra le braccia di Benjamin a imparare come gira il mondo e soprattutto, come scansarsi quando punta nella tua direzione.
E adesso, vent’anni dopo, questa figlia torna in famiglia…
Non ho voluto leggerlo subito, appena uscito, perché avevo paura. La mia paura più grande era di trovarli cambiati, o addirittura di non trovarli tutti e invece… ero io ad essermene andata da loro.
Sono cresciuti, sì, ma sono sempre gli stessi.
Benjamin continua ad essere inconsapevolmente al centro delle vicende e la sincerità con cui cerca di comprendere l’incomprensibile sua colpevolezza mi fa sentire a casa.
Quanto mi sono mancati!
La vicenda è una sorta di giallo alla Malaussene, non riesco a spiegarla diversamente. Andrebbe letto tutto il precedente, per poter davvero capire fino a che punto la realtà può camminare sopra le righe.
Dentro a questo libro c’è Parigi, come sempre, ma anche la Politica, la Giustizia, la Corruzione, la Medicina e la Famiglia. Soprattutto la Famiglia!
E’ un valore imprescindibile e ancora una volta Pennac batte il martello su questo punto. E ancora una volta fa centro senza sbagliare il colpo.
I miei ricordi di allora sono un po’ sbiaditi, ma lo smalto della narrazione è più vivido che mai. I personaggi hanno vent’anni di più e si sentono tutti, ma sono sempre loro a trecentosessanta gradi!
Sarebbe bello poter ringraziare Malaussene di avermi riaccolta in Famiglia.
Mi sta già salendo il magone per l’ultimo capitolo della saga, già pubblicato, in attesa di lettura ma una cosa è certa: i Malaussene non si scordano di te anche se perdi le loro tracce!
Buona lettura
Recensione di Rita Annecchino
IL CASO MALAUSSENE. Mi hanno mentito Daniel Pennac
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