IL CASTELLO DI OTRANTO, di Horace Walpole
Il romanzo di cui vorrei parlarvi oggi può essere considerato un classico, ma oggi consiglio di leggerlo con il giusto spirito, perché le sue trovate narrative possono risultare ingenue e far sorridere gli smaliziati lettori del nostro tempo, mentre entusiasmò e terrorizzò quelli di 3 secoli fa: nel 1764 la pubblicazione de Il Castello di Otranto segnò, infatti, l’esordio di un nuovo genere letterario che prenderà poi il nome di “gotico” e riscosse subito un grande successo in Inghilterra, terra che diverrà patria dei migliori scrittori del genere.
In un imprecisato medioevo, Manfred signore di Otranto attende le nozze di suo figlio Conrad e Isabella, figlia del Marchese di Vicenza: il matrimonio è stato deciso dalla “ragion di stato” e tra i due fidanzati non c’è grande affetto.
Quando Conrad muore a causa di un misterioso incidente, Manfred decide di sposare egli stesso Isabella, ripudiando la prima moglie, ma Isabella non intende rinunciare ora al vero amore che ha scoperto di nutrire per il giovane Theodore, il protagonista “bello e buono” della storia: inoltre, il tetro castello di Manfred è infestato da un fantasma privo di pace e chiede a Manfred un altro tributo…
La trama, qui appena riassunta, presenta tutte le caratteristiche che poi diverranno tipiche del romanzo gotico, a cominciare dall’ambientazione medievale e italiana, perché nel secolo XVII il nostro paese appariva ai raffinati inglesi del Gran Tour un luogo di barbarie primitive sullo sfondo di antiche rovine che esercitavano comunque un irresistibile fascino; non manca poi il castello maledetto, col suo corredo di segrete, statue sanguinanti e torri squassate dalla tempesta (scenari perfetti per la brughiera inglese ma poco credibili a Otranto…), e ancora una dolce eroina, un cattivo sanguinario che si redime troppo tardi, una storia di figli nascosti e eredità contese. Insomma, tutto il corredo di quegli elementi destinati a togliere il sonno alle giovani fanciulle inglesi del secolo XVIII e a fare la fortuna di un genere che, evoluto e opportunamente adattato se la passa bene anche oggi.
Una lettura curiosa se si desidera esplorare le radici della letteratura di questo genere ma non esattamente l’ideale se si cercano i brividi.
Recensione di Valentina Leoni
IL CASTELLO DI OTRANTO Horace Walpole
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