IL CONFORMISTA Alberto Moravia

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IL CONFORMISTA, di Alberto Moravia

Pubblicato nel 1951 è senz’altro un romanzo interessante per la scrittura e la forza narrativa ma sono le descrizioni minuziose dello stato d’animo dei personaggi a caratterizzarlo, si potrebbe dire, che l’autore, forse più ancora che in altre opere, si sofferma a indagare e descrivere la natura dell’animo umano con grande precisione, scovandone le contraddizioni, gli impulsi più profondi, i meccanismi e le fragilità.

 

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Il ritmo narrativo però risulta un po’ lento e monotono. il punto centrale del romanzo è la personalità di Marcello, un uomo che sin da bambino si era convinto di essere “anormale” , ossia diverso dai compagni perché provava soddisfazione ad uccidere le lucertole ed era convinto di poter uccidere chiunque, non provava vergogna né rimorso delle sue azioni peggiori, quindi si sentiva predestinato ad una esistenza solitaria ed estranea a meno che non fosse riuscito a controllare i suoi impulsi imitando freddamente il comportamento degli altri.

La pazzia del padre, la mancanza di una figura materna in grado di sostenerlo, l’assenza di amici, la solitudine e la sua fragilità psicologica, lo inducono a perdersi in ragionamenti contorti che non possono non confermargli nefasti presagi per il suo futuro. L’ ambientazione familiare rievoca un tema caro a Moravia, ossia quello della decadenza della società italiana e il suo lento ed inesorabile disfacimento sotto il regime fascista.

Marcello ormai adulto, si convince che l’unica strada per sconfiggere la sua presunta anormalità è annientare la sua natura, soffocare i suoi istinti, rinunciare alla propria individualità e adeguarsi acriticamente alle mode e alle abitudini e controllare in questo modo le pulsioni più profonde e violente che spesso lo agitano e di cui non parla con nessuno. A questo scopo programma minutamente la sua vita e le sue scelte: si sposa senza amore, aderisce al fascino di cui diventa funzionario sperando di trovare nell’ordine e nella disciplina del partito quella rassicurazione che andava cercando. Tutti i suoi tentativi si riveleranno inutili e incapaci di combattere il male oscuro e profondo che lo perseguita.

Solo quando il fascismo cadrà, Marcello si renderà conto che la normalità, tanto agognata, in realtà altro non è che l’ anormalità che si nasconde in ciascuno di noi; forse questa consapevolezza può generare una qualche forma di speranza per il suo animo tormentato.

Pur non potendo eguagliare il suo capolavoro, ossia Gli indifferenti, anche questo romanzo merita di essere letto, e comunque la figura di Marcello ha un grande spessore, è un antieroe impegnato a lottare contro se stesso.

Recensione di Patrizia Franchina
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