IL CONTO DELLE MINNE, di Giuseppina Torregrossa (Mondadori)
Lo consiglio a chi, come me, adora leggere autori italiani che
ci fanno scoprire e amare il nostro Bel Paese, sempre e comunque.
“Se avessi, se potessi, se fossi erano tre fessi che andavano in giro per il mondo”.
Questo è un po’ il principio della famiglia di Agatina Badalamenti, gente concreta ed operosa, che lavora duro, fortemente radicata alle proprie tradizioni.
Però la mentalità… insomma… è quella retrograda del profondo Sud degli anni Cinquanta. Agatina vede snocciolarsi piano piano la vita dei suoi parenti; figure positive o negative che siano non importa, le osserva e quasi assorbe inconsapevolmente il loro modo di essere, anche se all’apparenza lo rifugge.
È una bambina quando i genitori, presi a crescere i figli maschi più piccoli, la lasciano dai nonni senza darle spiegazioni; cresce con una nonna amorevole e un nonno che la adora, ma il senso di abbandono è troppo forte ed è destinato a condizionarle la vita intera, le scelte e le relazioni affettive.
Nella Famiglia, a partire dalla bisnonna a scendere di generazioni, c’è una cosa che tutte le donne di famiglia devono assolutamente saper fare con maestria: le Minne di Sant’Agata, queste meravigliose cassatine ripiene di ricotta, ricoperte con candida glassa e una gustosa ciliegina candita sull’apice. Ma attenzione! Mai spaiarle! Sempre due a due devono andare, proprio come il dolce seno di una donna, altrimenti porta male!
Agata, ormai adulta, parte per il continente e diventa ginecologa, potrebbe avere una vita appagante in una città vivace e moderna, ma la Sicilia le manca, le mancano i colori, i profumi, il chiasso. E allora fa i bagagli e torna nella sua città natia, ma ha perso la ricetta della nonna delle Minne di Sant’Agata; la improvvisa ma niente, non vengono mai bene, e soprattutto le spaia… ed è l’inizio di una sequela di eventi nefasti che le portano dolori enormi, e il suo morboso bisogno di amore la porta a fare scelte catastrofiche che si aggiungono ai già tanti problemi.
Ma si sa, “bon tempo e malo tempo non dura tutto il tempo”, e anche per Agata forse c’è speranza, forse può recuperare l’Agatina che è ancora in lei. Forse
Recensione di Isabella Bufano
IL CONTO DELLE MINNE Giuseppina Torregrossa
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