IL CONVITTO, di Serhij Zadan (Voland)
Serhij Zadan (o Serhiy Zhadan), venerato in patria come una vera e propria rockstar, scrive rigorosamente in ucraino, ed è secondo Forbes il più influente scrittore del suo Paese. Portavoce di una generazione orgogliosa della propria nazionalità, nel 2014 è stato malmenato in seguito al suo rifiuto di inginocchiarsi davanti a una bandiera russa.
“Il convitto”, pubblicato in Italia nel 2020 da Voland, è incentrato sul tema della guerra in Donbas, ed è la conclusione del trittico iniziato con “La strada del Donbas” e proseguito con “Mesopotamia”, ma si può leggere tranquillamente a prescindere dai precedenti (io ho fatto così). Ambientato nel 2015, racconta la storia di Paša, un giovane insegnante di lingua ucraina che, nel pieno dei combattimenti nella regione del Donbas, deve riportare a casa il nipote che vive in un convitto. Attenzione però, perché il giovane protagonista non è un patriota, è anzi un antieroe che vorrebbe rimanere neutrale nei confronti del conflitto che imperversa nel suo Paese. Addirittura tende a non seguire i telegiornali e una volta in viaggio è – esattamente come un lettore che poco conosce la situazione sociopolitica di quei territori – impreparato da quello che lo aspetta, finendo così travolto dagli eventi.
Un romanzo esistenzialista e di formazione, ambientato in quelle zone oggi al centro della guerra, dove molti sono i richiami a Dante (espliciti e non). Nel suo viaggio il protagonista incontra diversi personaggi in uno scenario apocalittico descritto in forma romanzata, certo, ma purtroppo anche molto realistico, tra macerie, posti di blocco, persone che fuggono e militari a ogni angolo. A ogni pagina il lettore ha la sensazione di vivere una guerra attraverso gli occhi di un civile che vuole solo sopravvivere. Perché la guerra per i civili è proprio questo: si trovano al centro di un conflitto che non hanno voluto ma che devono inevitabilmente affrontare.
Un romanzo attualissimo e consigliato per chi vuole sapere cosa stanno provando gli ucraini in questo periodo.
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