Premio Campiello 1995: IL CORAGGIO DEL PETTIROSSO, di Maurizio Maggiani
Oggi la mia recensione ha per argomento un libro che ho amato molto e che porto nel cuore, nonostante l’abbia letto ormai una ventina di anni fa.
Il giovane Saverio compie un viaggio nel deserto etiopico perché vuole ricostruire la storia della sua famiglia e scoprire così il legame tra lui e Pascal che, nell’Italia del sec XVII, trovò il coraggio di sfidare l’Inquisizione per amore della libertà di pensiero.
Il Coraggio del Pettirosso è un libro molto particolare, a metà tra il romanzo di formazione e il genere storico, costruito su molteplici piani narrativi in cui si muovono i personaggi che lo animano, tutti protagonisti di storie che finiscono per creare un romanzo nel romanzo, trasformando il libro in una specie di scrigno che racchiude le trame e necessita di tempo e pazienza per essere aperto.
Maggiani descrive personaggi apolidi, privi di punti di riferimento, di una meta sicura, lacerati da contraddizioni e dubbi, che attraversano la vita come in un viaggio e come in un viaggio rischiano di perdersi: lo scrittore tratta il tema della mancanza di certezza e del coraggio necessario per seguire ideali che non siano solo manifesti politici, ma adesione profonda al credo della libertà, in qualunque epoca o situazione essa appaia messa in pericolo.
Lo stile dell’autore è fatto di immagini ben descritte, in grado di evocare atmosfere e sensazioni che rimarranno a lungo nella memoria del lettore, mentre la sua prosa è agile, privo di quelle astrusità che ci potrebbe aspettare da un romanzo così profondamente introspettivo, sebbene la lettura rimanga impegnativa.
Lo consiglio a quei lettori che amano farsi trasportare dal ritmo strano di questo tipo di ambientazioni e che vivono la lettura come un viaggio attraverso la trama e l’animo dei personaggi.
Recensione di Valentina Leoni
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