IL CUORE NON SI VEDE, di Chiara Valerio (Einaudi)
“Tramutarsi in fantasmaè una soluzioneche vi raccomando freddamente”Nina Cassian, Infestazione( dall’epigrafe del libro)
Una mattina Andrea Dileva, professore e studioso di greco e di cultura classica, si sveglia e scopre di non avere più il cuore. !
Eppure è vivo, capace come sempre di pensare e ragionare, ha accanto la sua compagna Laura, ( che sviene alla notizia); decide di comunicarlo a Carla, amica speciale, ad Angelica, medico ed altra amica da sempre, a Cristina, sua sorella ( ma quante donne ha intorno il professore!?): e su ciascuna la notizia ha conseguenze importanti.
Ma nessuno ha la spiegazione giusta: lui è vivo? O morto? E com’è che vive? Per quanto ancora?
“A cosa può e deve pensare uno che ha perso il cuore? Qual è il pensiero giusto, necessario, quello che se non guarisce cura e se non cura consola?”
E poi: a che serve il cuore? A ricordare, per esempio; e lui ricordava tutto!
E rievoca e cerca ( il quesito si trasferisce anche in una lezione cattedratica del professore) una risposta nella mitologia; ma non la trova nemmeno negli antichi miti che anzi parlano di moltiplicazioni di teste, zampe, organi…
“Se non si muore quando muoiono le persone amate, allora si può sopravvivere anche senza cuore”.
Sarà poi la volta dei polmoni, del fegato a diventare organi fantasma…
Quale sarà la soluzione a questa strana “malattia “? Se lo domandano le donne che stanno intorno ad Andrea, chi per amore, chi per scienza, chi per volontà di capire la realtà umana. Ed Andrea stesso si domanda: e se la fine venisse da dentro, dove è sempre stata? E domanda ai suoi studenti: ” che cos’è quest’organo che garantisce la definizione del sé ma non la relazione con gli altri? Che cos’è questo organo involontario come l’amore?”
Libro difficile, devo ammetterlo: il tema è affascinante, e del resto sono portata ad ammirare la Valerio per le sue scelte, per la vastità delle sue conoscenze; ma altrettanto in difficoltà mi mette la sua scrittura alla quale non riesco ad appassionarmi, nonostante il procedere “vorticante” ( cit.) ed evidenti prestiti dal linguaggio cinematografico.
Concludo con quello che spero aver capito come il nocciolo del romanzo:
” siamo fatti di legami oltre che di tendini, muscoli e ossa. Di allegrie immotivate, mancanze, ferite, amori imperfetti”.
Recensione di Maria Guidi
IL CUORE NON SI VEDE Chiara Valerio
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