IL CUSTODE Ron Rash

IL CUSTODE, di Ron Rash (La Nuova Frontiera – aprile 2024)

In una fredda notte del 1951, un anno dopo l’inizio della guerra di Corea, Jacob Hampton fa la sentinella e guarda nell’oscurità i segni del nemico.

Cerca di mantenere la calma, ma ha paura. Quella paura si concretizza quando un nordcoreano si lancia dall’ombra per attaccarlo. I due combattono su un fiume ghiacciato, uno armato di coltello, l’altro di baionetta, mentre il ghiaccio si frantuma sotto di loro. In seguito, nonostante sia ferito, esausto, schizzato di fango e striato di sangue, Jacob giura di rimanere in vita e di continuare a combattere.

L’apertura tesa e cinematografica del romanzo di Ron Rash è un esempio da manuale di come intrappolare il lettore. Il romanziere mantiene lo slancio narrativo mentre si sposta da una zona di guerra oltremare al territorio d’origine, vale a dire gli Appalachi, la regione che ha fatto da sfondo a gran parte della sua narrativa. Un altro conflitto di tipo diverso si sviluppa, intanto, e ha per protagonisti Jacob e le persone a lui più vicine, in questo racconto emozionante e ben realizzato sull’amore giovanile, l’onore familiare e l’amicizia maschile.

Gli amici in questione sono Jacob e il “fratello di sangue” Blackburn Gant. Quest’ultimo è il custode di un cimitero vicino a Blowing Rock, Carolina del Nord. Quando Jacob viene arruolato, chiede a Blackburn di prendersi cura di sua moglie Naomi, che è incinta, in sua assenza.

Poi Jacob viene congedato dall’esercito e rimandato a casa in convalescenza. Ma i suoi piani di riprendere la vita con la moglie vengono ostacolati dai suoi genitori, che ricorrono a misure disperate e subdole per tenerli separati. Di queste misure non si può dire nulla perché sono il cuore portante del romanzo (c’è comunque una traccia nella copertina).

Si può però dire che Ron Rash è uno dei migliori narratori in circolazione (proprio nel senso che sa narrare storie) e che il suo romanzo impressiona su più livelli: alterna sapientemente avanti e indietro nel tempo per rivelare sviluppi chiave e i suoi personaggi suonano veri e reali, dallo stoico e affidabile Blackburn agli spietati genitori di Jacob, passando per una Naomi all’inizio ingenua e via via sempre più smaliziata.

Valore aggiunto del romanzo, la bellezza aspra del paesaggio, che è riccamente trasmessa. Unica nota negativa il finale un po’ brusco, ma per il resto è una narrazione estremamente riuscita.

Recensione di Enrico Migliorati

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1 Commento

  1. Questa è veramente un’ottima recensione non cone altre,non sue, che spesso leggo qui. Complimenti

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