IL DOLORE PERFETTO, di Ugo Riccarelli
Recensione 1
Il romanzo ripercorre la storia d’Italia dallo sbarco di Pisacane, evocato dal paese di origine di uno dei protagonisti, al secondo Dopoguerra, attraverso le vicende, ora parallele ma più spesso contrapposte, di due famiglie: i Bartoli idealisti e libertari e i Bertorelli, pragmatici e materialisti, che abitano una zona acquitrinosa della Piana Toscana.
Lungo il dipanarsi della vicenda l’autore ci porta a conoscere personaggi dainomi evocativi, ritratti che prendono vita da antiche foto e raccontano la passione politica, il sacrificio, l’amore sempre tragico narrato con un tono da favola magica, senza scadere mai nel melodramma o acquisire tonalità troppo sanguigne, in uno stile che non nasconde qualche reminiscenza di Garcia Marquez, oltre che di Elsa Morante.
Il dolore del titolo è perfetto in quanto non è mai fine a se stesso, ma sempre origine di nuova vita, nuove prospettive, nuove idee: dal dolore i personaggi si rigenerano, le famiglie si rinnovano, la storia va avanti e si snoda sempre in bilico tra idillio e tragedia, in un’atmosfera narrativa dal sapore onirico che facilmente tende all’incubo.
In questa alternanza, magistralmente realizzata, sta il segreto del successo di questo splendido romanzo, che per trama e contenuti dimostra la maturità dei grandi classici: lo consiglio a chi cerchi una lettura da portare a lungo nel cuore.
Recensione di Valentina Leoni
Recensione 2
Già dalle prime pagine mi ha colpito la bellezza soave delle parole. Le frasi costruite con delicata raffinatezza, tanto da rendere meno cruente anche le scene drammaticamente dolorose.
Il Padule, il Colle Alto, nel suo ineluttabile cambiamento nel tempo, di generazione in generazione, rimarrà sempre un luogo fiabesco dove il lieto fine è impresso nei ricordi, marchiato nella storia, nelle storie, diventando, nello scorrere di parole tramandate, leggenda!
Indimenticabili i personaggi, indomiti figli di ogni tempo che raggiungono, nella contrapposizione di due sentimenti contrastanti, il “dolore perfetto” e da questo ne traggono la forza, l’energia che li renderà incancellabili.
E dalla grande gioia e dalla immensa sofferenza, descritte entrambe con abile maestria, nasce quel dolore profondo, lacerante che scuote gli animi e dona la consapevolezza che tutto cambia e tutto ritorna. Un ritorno che odora di un passato fatto di azioni e di ricordi, assapora un presente proiettato in un futuro non troppo lontano, sempre tangibile.
Realistico e fantastico, epico e quotidiano, “Il dolore perfetto” è operamondo, il mondo che un tempo era e di cui noi oggi siamo figli.
Da leggere anche per capire quanto inutile e disumana è la guerra, quanto è inutile creare dolore su dolore perché il vivere include già il dolore…ma è l’amore, anche dopo la morte, che domina e vince sempre
Recensione di Patrizia Zara
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