IL FARAONE D’OLANDA, di Kader Abdolah (Iperborea)
Preso veramente per caso dalla biblioteca che frequento- sostanzialmente perché trovo Iperarborea una casa editrice particolarmente interessante- questo libro era a me sconosciuto sia per l’autore che per il titolo.
E così è stato decisamente con piacere che mi sono trovata a leggere questa storia di amicizia, un’amicizia tra due persone anziane che pure non si assomigliano se non per l’amore per l’Egitto, luogo natale per l’uno e luogo di studi per l’altro. Ambientato nei Paesi Bassi, il libro ha sostanzialmente due protagonisti: Herman Raven, che è stato un famoso egittologo con una passione speciale per l’antico Egitto, tanto da essersi dato anche un nome arabo, Zayed Hawass; adesso sta piano piano perdendo la memoria, tanto che la figlia lo fa uscire con il nome e l’indirizzo addosso perché spesso si perde e non riesce a ritrovare la strada di casa. C’è poi Abdolkarim Qasem, ex venditore di lavatrici, divorziato da una donna olandese e con un figlio, Jamal, funzionario della Shell, in procinto di trasferirsi negli USA; l’uomo sente in maniera fortissima la nostalgia del paese natio, da cui manca da tantissimi anni. Anche Abdolkarim è vecchio e comincia anche lui ad avere qualche piccola defaillance ma trascorre tranquillamente le sue giornate bevendo tè e coltivando un piccolo orto alla maniera araba; va spesso a trovare l’amico egittologo, con cui condivide un segreto, un reperto prezioso che giace nascosto nella cantina di quest’ultimo e che i due amici vorrebbero riportare in Egitto.
Riusciranno nella loro impresa i nostri vecchietti? La storia alla fine ce lo dice ma il libro è sostanzialmente un libro sulla solitudine e sui malanni della vecchiaia, ma anche sull’amicizia che in questo caso si può quasi definire simbiotica, piena di cura e di sostegno; è una storia anche sulla nostalgia, nostalgia del tempo passato ma soprattutto dei luoghi che si sono amati e che sentiamo nostri. Nostalgia che sicuramente prova lo scrittore, Kader Abdolah, iraniano, dal 1988 rifugiato politico in Olanda, che a proposito di un suo rientro nel proprio paese dice: “Non ci sono le condizioni. Assolutamente non posso tornare e non potrei scrivere in Iran. Anche se non mi mettessero in prigione sarei in una galera forzata”. Il suo nome è Hossein Sadjadi Ghaemmaghami Farahani mentre quello con cui scrive è uno pseudonimo nato dai nomi di due esponenti dell’opposizione assassinati dal regime iraniano degli ayatollah.
Recensione di Ale Fortebraccio
LA CASA DELLA MOSCHEA Kader Abdolah
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