IL FIGLIO DEL CIMITERO, di Neil Gaiman
Consiglio di lettura rivolto ai lettori più giovani, ma in grado di appassionare anche gli adulti che amino la letteratura fantastica e che magari cercano un’idea per invogliare alla lettura figli e nipoti adolescenti.
Un misterioso assassino ha l’incarico di uccidere un bambino di pochi mesi, insieme alla sua famiglia ma il piccolo gli sfugge e trova rifugio in un antico cimitero, dove viene adottato dai defunti che lo battezzano Nobody.
Dubito che possa sfuggire la somiglianza della trama del libro di Gaiman con quella di Harry Potter (che in molti sostengono essere a sua volta “ispirato” a un personaggio creato da Gaiman negli anni 80): un neonato segnato da una profezia, una famiglia sterminata, lezioni di magia tenute da un lupo mannaro; l’autore rivela di essersi ispirato, piuttosto, a Il Libro della Giungla, come testimonia il titolo originale,The Graveyard Book.
Comunque stiano le cose, il romanzo prende presto le distanze da entrambi i modelli per avviarsi lungo i sentieri della favola gotica dalle tinte cupe, cui Gaiman ci abituato e che anche questa volta si conferma il suo miglior terreno.
La vicenda di Bod si dipana attraverso capitoli strutturati come episodi auto-conclusivi, nei quali non mancano i colpi di scena (anche se certi spunti potevano essere sfruttati meglio) e i momenti commoventi.
Siccome è un libro per ragazzi, lo sviluppo della trama segue alcune delle linee tipiche del romanzo di formazione e si conclude con l’inevitabile maturazione del protagonista attraverso una serie di “prove”, mentre l’attenzione del narratore è rivolta alla concatenazione degli eventi, così i personaggi, pur abilmente tratteggiati e azzeccati, mancano di maggior approfondimento, anche se in effetti nella concezione del romanzo questa appare più una scelta stilistica che un difetto e riescono comunque a dare spessore alla trama insieme alle atmosfere ottimamente descritte.
Recensione di Valentina Leoni
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e l’articolo NeilGAIMANIA
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