IL FIGLIO DI TROPPO, di Chiara Del Soldato
Già dalla copertina di ‘ impatto ‘ il romanzo si presenta nei suoi due temi: la maternità e il suo rifiuto con quel tratto rosso sangue che taglia in due il titolo.
Zelinda, la protagonista, vive una doppia vita; all’esterno la facciata della quotidianità di moglie, madre, figlia, mentre dentro di sé quel figlio non cercato la costringe a ripensare a se stessa, al marito, all’ex amante con occhi diversi cercando di arrivare alla decisione giusta.
Omar, il marito, l’amore di gioventù, il padre dei suoi tre figli, è la normalità ; Lucas, l’amante che, conosciuto per caso, le è entrato dentro “come un cancro devastante”, è la novità, la trasgressione, il sentirsi viva, desiderata; Bianca, la moglie di Lucas, è ‘l’altra’, quella da cui lui è tornato, quella che le fa una proposta ‘indecente’: invece di ricorrere all’aborto prenderà lei il bambino che crescerà con loro.
Zelinda si sente spalle al muro: i suoi conflitti interiori sono narrati con una prosa incalzante che segue l’accavallarsi dei pensieri, dei dubbi, delle emozioni come se fossero scritti direttamente da lei tramite la penna dell’autrice. E quando Zelinda avrà deciso per lei inizierà una nuova vita “perché questa è la cosa più importante”.
Chiara Del Soldato offre al lettore un’altra prova della sua abilità nel caratterizzare la psicologa dei suoi personaggi nei quali non è difficile trovare qualcosa di ognuno di noi.
Recensione di Maria Cristina Caselli
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