IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, di Marcello Flores (Il Mulino)
Ho saputo di quel che era successo agli Armeni durante la Grande Guerra, nel 1915, quando mi capitò di leggere con grande partecipazione, “I quaranta giorni del Moussa Dagh” di Franz Werfel. Si tratta di un romanzo, ricco però di riferimenti storici reali che narra di un fatto realmente avvenuto.
Quello che c’è di bello in questa epopea è che gli armeni che si erano rifugiati sul Mussa Dagh non solo riuscirono a evitare la deportazione e l’eliminazione fisica delle marce nel deserto ma addirittura tennero valorosamente testa ai Turchi e riuscirono infine a salvarsi in gran numero.
Quello toccato agli Armeni è un genocidio, che per varie ragioni viene ricollegato alla Shoah degli Ebrei. “Il genocidio degli Armeni” di Marcello Flores ricostruisce assai bene le due principali persecuzioni turche anti-armene: quella del 1894-96, quando al potere dell’Impero ottomano c’era un sultano e quella del 1915-16 a opera del governo dei Giovani Turchi. A suo avviso si può parlare di genocidio solo in riferimento a quest’ultima, avvenuta durante la prima guerra mondiale.
Le ragioni del “Grande Male” (così lo chiamano gli Armeni, che lo ricordano il 24 aprile di ogni anno), gli avvenimenti, gli schieramenti politici, le idee politiche e le relazioni internazionali del genocidio vengono ricostruiti e messi in rapporto alle diverse interpretazioni storiografiche. Queste ultime sono andate nel tempo evolvendosi e maturando sotto il profilo sia metodologico che epistemologico. A parte quella negazionista, le più varie interpretazioni convergono comunque sul fatto che di genocidio si sia trattato; per quanto differiscano fra loro in relazione alla datazione del suo inizio e all’individuazione delle motivazioni e delle intenzionalità dei responsabili.
Un’appendice fotografica, compresa di ricostruzione storica specifica, chiude il libro.
Recensione di Ettore Martinez
I QUARANTA GIORNI DEL MUSSA DAGH Franz Werfel
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