IL GIARDINO DEI DELITTI Stuart MacBride

Finalmente, dopo un lunghissimo periodo di assenza e di non-lettura per, chiamiamole “cause di forza maggiore”, sono tornato all’opera, e l’ho voluto fare col botto.

Questo romanzo, terzo di una trilogia dedicata all’ex ispettore Ash Henderson, è uno spettacolo pirotecnico per gli amanti del genere.

Partendo dai dati oggettivi del libro, è un volume di circa 460 pagine diviso in “parti” e “capitoli”, ed è narrato all’inizio dalla terza parte onnisciente, e poi, dopo l’entrata in scena, dal protagonista che racconta in prima persona quello che succede.

Si legge alla velocità della luce e il tutto è dovuto a uno stile di scrittura che farebbe rizzare i capelli in testa ai vari “editor”, “agenti letterari” e “master di scrittura creativa” che abbondano sul web. Benché non sia mai troppo difficile capire cosa succede e chi parla, la gestione dei punti di vista è un po’ caotica, ma è ampiamente compensata dalle scenette caricaturali che sono “tarantiniane” dal livello dei dialoghi e delle situazioni. Il sarcasmo e la scorrettezza sono usati in quantità industriale, e il nostro protagonista, ma lo si sapeva benissimo dai precedenti capitoli, diciamo che non è proprio un esempio nel seguire le procedure e l’etica professionale.

Ciò detto, in questo terzo episodio, vediamo il nostro alle prese con due casi allo stesso tempo, e al di là delle risate che, spesso, lo stile di scrittura provoca nel lettore, la storia è abbastanza cruenta: d’altra parte un pedofilo che strangola i bambini e un serial killer che ha costruito un mattatoio per le sue vittime, non lasciano ben sperare, no? Non sono palesati i dettagli più sanguinolenti, ma in certi momenti non è che ci sia proprio molto da ridere, ecco.

Per chi fosse interessato, ma non avesse ancora letto i precedenti, sono, in ordine, “Cartoline dall’inferno” e “Omicidi quasi perfetti”. Il mio suggerimento è di leggere prima quelli e poi questo, perché ci sono parecchi precedenti che sarebbero un po’ difficili da capire, e rovinerebbero la sorpresa qualora si affrontassero in un secondo momento. Per tutti gli altri che conoscono già Ash Henderson, mettetevi comodi e leggete con gusto.

Recensione di Mitia Bertani