IL GIOCO DELL’ANGELO, di Carlos Ruiz Zafón
Un personaggio fantastico, uno scrittore conscio delle responsabilità che dovrebbero comportare esserlo, perché se nei libri si ranicchia l’anima di chi legge, ancor più si schiude quella di chi scrive. È vero che la storia riprende in parte quella de L’ombra del vento, ma in questo libro la visuale si alza a livelli ultraterreni, la lotta tra il cielo e gli inferi si gioca nelle pagine di un libro, perché le parole sono in grado di quietare gli animi, dare speranza, o distruggere generazioni, fomentare guerre.
Quanta potenza galleggia nell’inchiostro e quanta responsabilità si annida nell’anima di chi vorrebbe solo essere letto, amato e conosciuto. In fondo uno scrittore desidera solo questo, non essere dimenticato. Beh, Zafon di certo c’è riuscito. Ha lasciato una scrittura capace di dar vita alle parole e di far sognare chi le legge. La parola è espressione dell’anima, a noi la responsabilità di come usarla, David Martin decide di vendere la propria scrittura, ma capirà che ci sono cose più importanti a cui mirare. Il finale mi ha lasciata interdetta, ma pazienza.
È comunque un gran bel libro che consiglio di cuore. Felice che questo 2020 qualcosa di buono me l’ha fatto conoscere, molto triste che lui se ne sia andato e che non potrà più regalare tanta bellezza al mondo.
Non vedo l’ora di leggere il terzo
Recensione di Laura Rizzoglio
IL GIOCO DELL’ANGELO Carlos Ruiz Zafón
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