IL GRANDE MALE, di Georges Simenon
Cercate di immaginare la provincia francese di quasi un secolo fa, intorno al 1930. La provincia profonda, quella delle campagne sconfinate interrotte solo dall’oceano Atlantico e punteggiate da piccoli paesi. Ogni paese è più o meno uguale agli altri, la piazza della chiesa, vecchie comari vestite di nero, strade polverose, qualche bicicletta. Ecco il contesto in cui Simenon inquadra questo romanzo.
La signora Pontreau, vedova, ha tre figlie e il marito di una di esse ha un podere non lontano da La Rochelle nel sud ovest francese. Simenon inquadra subito il romanzo con grande forza narrativa pennellando con colori forti i protagonisti e la loro personalità e facendo esplodere nelle primissime pagine il drammatico avvenimento su cui ruota tutto il racconto.
Da quel momento una catena di eventi e di drammi piccoli e grandi si succedono quasi inevitabilmente intrecciandosi con la vita di tutti i giorni che scorre nel piccolo paese. Non voglio raccontare la trama. Il libro va letto ed è anche piuttosto breve, semplice e veloce. Mi piace però ricordare le atmosfere vengono evocate e che spesso in un romanzo sono altrettanto importanti dello stesso intreccio.
Simenon è il solito maestro e ha il grande dono di farci uscire dalle mura di casa e portarci con lui in quelle campagne, in quei paesi, in un altro tempo. Ha la capacità di definire le figura dei protagonisti meglio di come farebbe uno scultore nel marmo. La signora Pontreau, in particolare, figura centrale del romanzo, è un vero e proprio monolite intorno a cui ruotano tutti gli altri personaggi: una anziana donna dal carattere dispotico abituata ad avere ciò che vuole. Credo sia uno dei più intensi personaggi proposti da Simenon nella sua sconfinata produzione.
Insomma un libro molto bello che consiglio vivamente.
Recensione di Stefano Benucci
IL GRANDE MALE Georges Simenon
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