IL GUARDIANO NOTTURNO, di Louise Erdrich (Feltrinelli – novembre 2021)
Negli anni 50, dietro le parole emancipazione e libertà, un senatore repubblicano di fede mormone cercò di far passare una legge che sancisse l’eliminazione delle riserve indiane, permettendo così ai bianchi di acquisire la terra e condannando definitivamente i nativi all’estinzione.
Thomas Wazhushk (Thomas Topo Muschiato) è un rispettabile membro della comunità Chippewa e si guadagna da vivere facendo il guardiano notturno in una fabbrica di rubini sintetici destinati agli ingranaggi degli orologi Bulova, situata in una riserva delle Turtle Mountains; durante le lunghe e solitarie notti di lavoro, Thomas scrive lunghe lettere ai politici per impedire al senatore Watkins la distruzione della loro riserva e organizzando una spedizione a Washington per appellarsi direttamente ai membri del Congresso, consapevole che quella potrebbe essere l’ultima battaglia del suo popolo per salvare, oltre che la terra, la propria identità, ancora troppo spesso messa in dubbio.
Il romanzo segue la vicenda di Thomas alternandola con quella di sua nipote Patrice “Pixie” Paranteau, una giovane operaia che, mentre cerca di ritrovare la sorella scomparsa a Minneapolis, prende coscienza delle sue aspirazioni e sogna un futuro diverso, per se stessa e la sua gente.
Ispirato a una storia vera, Il Guardiano Notturnopassa in rassegna una serie di tematiche delicate, trattandole con la necessaria serietà ma anche con un pizzico di ironia, secondo lo stile ormai inconfondibile di Louise Erdrich che racconta ai lettori la piaga dell’alcolismo, i rapimenti delle indigene, lo sfruttamento delle lavoratrici e il grande , sempre presente, dilemma dell’appartenenza: Pixie, Thomas e tutti gli altri personaggi di questo splendido romanzo sono sempre troppo indiani per essere davvero americani, ma troppo americani per essere ormai del tutto indiani.
La prosa di Louise Erdrich guarda al realismo magico di Marquez ma anche all’essenzialità evocativa di Faulkner e sempre a lui per la sua capacità di gestire le molte trame del libro che insieme fanno emergere un quadro perfetto di una comunità ben definita nel tempo e nello spazio geografico.
Premiato con il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2021, Il Guardiano Notturno riaccende l’interesse per le vicissitudini di un popolo tuttora sotto attacco: la scrittrice nella postfazione ricorda, infatti, che recentemente Trump ha provato ad annientare i wampanoag, la tribù che fu la prima ad accogliere i Padri Pellegrini e a inventare il Ringraziamento.
Una lettura di alto livello, avvincente e di grande impatto, ennesima conferma della classe e del valore di una delle scrittrici che, in assoluto, preferisco.
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