IL LADRO DI GIORNI, di Guido Lombardi
È l’estate del 1985.
Sulla spiaggia di Marina, in Puglia, Salvo, cinque anni, sta trascorrendo una giornata al mare con il padre Vincenzo, gli zii e il cuginetto Emidio. La madre, reduce da un esaurimento nervoso, è rimasta a casa. Ottenuto il permesso di potersi tuffare dagli scogli, i bambini si arrampicano sulle rocce. Salvo effettua il suo primo tuffo con la capriola, ma quando riemerge dall’acqua, non c’è più suo padre a guardarlo. Passeranno sei anni prima che i due si ritrovino nuovamente di fronte.
E quando accade ci sono un padre ed un figlio che non si conoscono, che si annusano, che si scrutano, che non si capiscono.
A Salvo è affidata la narrazione della storia. I suoi continui flashback contribuiscono a completare i tasselli mancanti: il padre in carcere, la morte della madre, il trasferimento in Trentino dagli zii, la scuola, i tuffi, gli amici, le sue infinite domande, il suo sguardo curioso di bambino che indaga sul mondo dei “grandi”. Ma soprattutto il ritorno di Vincenzo.
Una sentenza del giudice gli consente di trascorrere quattro giorni con il figlio. Destinazione Bari, alla ricerca di una verità che lo ha ossessionato ogni santo giorno trascorso in prigione.
Un viaggio on the road, davvero emozionante e incalzante, che è anche un romanzo di formazione. Il candore di Salvo emerge in una storia dove non mancano i cattivi e i mostri, tra cui il padre stesso. E spetterà a Salvo il compito di salvarlo e salvare se stesso.
Buona lettura!
Recensione di Chiara Castellucci
IL LADRO DI GIORNI Guido Lombardi
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