IL LIBRO DEL MESE: La guerra non torna di notte, di Vincenza Alfano (Solferino – settembre 2023)
Ho terminato la lettura di La guerra non torna di notte, di Vincenza Alfano edito da Solferino.
Se mi chiedessero di dargli un aggettivo, istintivamente direi “bellissimo” ma questo aggettivo in sé non dice nulla. Eppure mi è difficile parlare di questo romanzo. Un racconto che intreccia due guerre, (quella di tutti, la seconda guerra mondiale, e la guerra di Cenzina, donna memorabile) e due rivoluzioni. La rivoluzione per i giorni della resistenza e quella per sé e per la sua vita. Anche il solo fatto di interrogarsi sui propri sentimenti è evento rivoluzionario, perché, a differenza della consuetudine, Cenzina non accetta passivamente il proprio destino, ma lo analizza e lo sviscera. Lo chiama per nome. Rivendica una sua dimensione, un suo spazio, come la notte in cui passeggia da sola, infischiandosene del coprifuoco.
Come quando senza esitare accoglie i due ragazzi polacchi ebrei. Come quando scrive un lungo racconto per sua nipote, affinché non dimentichi. E oggi che “i vecchi” sono sempre di meno e la memoria di ciò che è stato rischia di trasformarsi in “una pagina, poi due righe e poi nulla più sul nostro libro di storia”(come ha detto la Segre) questo libro è tanto più prezioso. Chiudo con una mia considerazione privata: anche io cresciuta da una nonna ho ricevuto i racconti della guerra da lei, che, illetterata e umile, a suo modo fece la rivoluzione, diventando una brava e lungimirante (benché inflessibile) amministratrice patrimoniale.
Cenzina, insieme ad Addolorata, altro personaggio femminile di grandissimo spessore, dimostrano come le donne anche in un’epoca in cui, almeno esteriormente, il destino veniva scritto per loro, sanno prendere decisioni, esprimere la propria volontà in un’autoaffermazione che infine le porterà non sulle barricate della Resistenza, ma subito dietro, ad armare i fucili con cui sparavano gli uomini.
Consiglio questa lettura a tutti, in particolare ai giovani e ai miei colleghi insegnanti perché lo leggano in classe, con i loro alunni, perché ne vale davvero la pena. La guerra non torna di notte ma non dimentichiamo mai quello che è stato. E Napoli fu la prima la città italiana a liberarsi dai nazifascisti. E lo fece da sola.
Recensione di Valentina Dago
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