
Il Libro del Mese: L’AMORE SU INTERNET, di Alessandro Perugini (Giovane Holden – maggio 2024)
Con i nuovi mezzi di comunicazione ci inganniamo di trovare la felicità in un mondo finto. Ma il virtuale poi ci parla. O è il riflesso del nostro io. Se sappiamo ascoltarlo – il nostro io – ci indica l’altra via verso la nostra verità.
Un libro sull’amore ai tempi nostri. Il protagonista vero è Internet che attraverso i nostri cellulari interagisce con ognuno di noi. Diventa lo specchio delle nostre brame. In questo romanzo di esordio, il poeta Alessandro Perugini ci presenta una famiglia composta da padre e madre in crisi coniugale, una figlia liceale alle prese con gli ormoni dell’adolescenza e un corpo troppo grasso; infine un figlio alle prime armi con gli studi universitari attratto dal facile divertimento (sesso e droga).
Ognuno di loro non trova risposta nella realtà quotidiana alle proprie pulsioni e ai propri interrogativi e questo accade in famiglia, con gli amici, a scuola o nella propria intimità. Eccoli allora esplorare il grande mare di Internet, la realtà virtuale che si pone fra loro e la loro vita come una possibilità molto concreta. «Internet è una sorta di Lucignolo, che offre opportunità e tentazioni, alle quali, per parafrasare Oscar Wilde, non è possibile rinunciare.» dice Alessandro Perugini, considerando Internet di per sé né un male né un bene; piuttosto uno strumento che diventa positivo o negativo nelle mani degli esseri umani.
In questo romanzo seguiamo ognuno dei nostri personaggi nel suo percorso di crescita, che comporta dei conflitti interiori nella ricerca della felicità, o semplicemente nella ricerca di sé stessi e di un modo congruo di vivere per poter essere fedeli a ciò che si scopre. Caterina è il personaggio a cui mi sono affezionata di più. È colei che va avanti, anche se i precedenti movimenti sono stati fallimentari.
Caterina? Io sono Caterina. Colei che cerca di liberarsi dalle zavorre che impediscono di esprimersi. Quale migliore metafora del grasso che si pone fra il nostro io intimo e la vita con gli altri?
E così, Caterina che nell’incipit ordina «un bombolone al cioccolato» (p 9) in una pasticceria e viene additata dai compagni di scuola: «Guardate, a quel tavolo c’è la balena.» (p 9) eccola che reagisce. S’impone una dieta rigorosa, ma soprattutto un percorso di riconoscimento del sé che implica rispetto e dedizione. Dopo mesi i risultati si vedono. Ecco il commento degli stessi ragazzi che le avevano attribuito epiteti sminuenti: «Quella ragazza era soprannominata con l’appellativo di balena. Guardate come è dimagrita!» (P 255)
Un grande aiuto per affrontare le avversità quotidiane e esistenziali – suggerisce Alessandro Perugini – lo troviamo nella lettura. Nella poesia. Numerose le citazioni e i momenti in cui i grandi autori del passato vengono in soccorso e offrono valide alternative alle risoluzioni dei problemi. Un episodio che ho amato molto è collegato al personaggio del padre, Gianfranco, il quale recandosi in Umbria raccoglie dei giovani autostoppisti di Grosseto, Marco, Samantha e Marta. Intrigato dall’energia che questi ragazzi gli comunicano, Gianfranco cambia i suoi programmi e decide di accompagnarli a un concerto di Umbria Jazz. Al mercatino di Perugia, ecco Gianfranco investito di un ruolo importante: consigliare letture a Marta: «Potrei dirti che ognuno ha i propri gusti per le letture, ma considerando la tua età e la tu personalità, tra i libri esposti nella bancarella ti consiglio Ossi di seppia di Eugenio Montale e Poesie in forma di rosa di Pier Paolo Pasolini» (p 58)
Sono tantissimi i richiami ai poeti e scrittori che hanno fatto la storia della letteratura. Luca, un amico di Riccardo e Caterina, suggerisce a Stella, la ragazza di cui si sta innamorando, una passeggiata particolare: «Una visita al cimitero. Qui a Castiglion della Pescaia sono seppelliti Italo Calvino e Carlo Fruttero.» (p 199) Sarà però lui a rimanere affascinato da Stella che è una poetessa. Alla domanda: «Che ispirazione puoi ricavare da un panorama come questo, che ti pone davanti il mare sconfinato?» (p 201) lei risponde: «Non trovo l’ispirazione delle mie poesie volontariamente, in modo automatico. Non cerco l’idea per i miei versi dentro qualcosa. È l’ispirazione stessa che mi prende e colpisce la mia sensibilità artistica. Avviene tutto senza che io possa farci niente, perché non è un meccanismo programmato.» (p 201)
Un altro tema caro ad Alessandro Perugini è il richiamo della propria terra – la nostra terra – antica – la campagna di nonna Adele. «Il Monte Amiata era un vulcano attivo migliaia di anni fa: ne sono ancora oggi testimonianza le rocce di origine vulcanica ricoperte di muschio. La terra intorno è ricca e viva.» (p 49)
Ma anche la bellissima Firenze che scopriamo attraverso le passeggiate di Riccardo: «Decise di fare una passeggiata. Imboccò via De’ Pepi e la percorse fino in fondo. Passò davanti al teatro Verdi e attraversò l’arco di San Pierino […] era una delle zone di Firenze che Riccardo amava di più. Non c’era più il mercatino tanto amato dalla mamma e non c’era più il trippaio dove il babbo faceva merenda. Quel passaggio però era caratteristico e pieno di storia.» (pp 17-18)
Uno stile chiaro, semplice e limpido aiuta la lettura che scorre fluida e piacevole. La lingua italiana è qui omaggiata non solo nelle numerose citazioni dei grandi letterati che ce l’hanno restituita con amore e sapienza, ma anche nella stessa restituzione che l’autore fa al lettore contemporaneo.
Un romanzo contemporaneo che però si radica nella tradizione nostra italiana del dolce poetare e nella tradizione del romanzo soprattutto russo. Dice l’autore: «Ho letto tutti i romanzi di Tolstoj e di Dostoevskij. Ho pensato di scrivere qualcosa di nuovo, che riguardasse la quotidianità, perché gli autori classici quando scrivevano erano contemporanei e narravano la società del loro tempo. Internet è una realtà aumentata della quale non si può più fare a meno sia per il lavoro che per il tempo libero e lo svago. Dappertutto ci sono persone che guardano lo smartphone, mentre camminano, al ristorante, aspettando l’autobus o nei luoghi e nelle situazioni più disparate. Cercano qualcosa o aspettano una risposta. Lo scrittore quando sceglie il soggetto della propria opera deve captare i segnali che gli vengono dall’esterno.»
Recensione di IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE. E TU? di Sylvia Zanotto
Commenta per primo