IL LIBRO DELLE CASE, di Andrea Bajani
Recensione 1
” Io non vedrá dunque questo paesaggio cosparso di relitti e sabbia, la discarica dei ricordi che non hanno trovato il loro posto in nessuna delle case in cui ha abitato, relitti in fondo al mare mentre sopra, in superficie, transitano altre navi”.
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Inizio con il dire che ho trovato Il Libro delle case assolutamente geniale.
Nella struttura, nella composizione, nella articolazione della trama, nell’attirare il lettore e nel farlo sentire esso stesso “casa”. Si perché il lettore diventa parte, stanza, scala, tetto che incamera una storia e la custodisce sotto l’intonaco, tra le venature del legno, dentro gli sportelli dei pensili.
Protagoniste del libro sono le case, lo si intuisce dal titolo, e nello specifico sono le case di Io e della sua rete familiare e non solo. Nel libro troviamo Madre, Padre, Sorella, Moglie, Gemelli, Nonna, Tartaruga…
A primo impatto sembra che Io sia un personaggio generico, un qualunque Io nel mondo, poi, invece, entrando ed uscendo da ogni casa, il lettore ha la certezza che la storia sia proprio di quell’Io, quello che, man mano cresce, sperimenta diverse case ed in ogni casa lascia una parte di sé, buia e luminosa, viva e deceduta, stimabile e no, lucida e confusa.
Io è un bambino che gioca con una Tartaruga nella stessa Roma che accoglie la notizia di Aldo Moro e che scopre Pasolini morto all’Idroscalo, é un giovane ossessivo e amante di una donna sposata in una casa di provincia, è marito in una casa borghese di Torino con una Bambina, adulto in carriera in un albergo londinese, é un ragazzo preso a pugni dal padre in una casa di vacanza, e studente universitario buttato sopra un materasso, poi é anche semplicemente un uomo, che si tira dietro la porta di una casa vuota.
La storia di Io raccontata da materassi, tavoli, sedie, radiatori, finestre, cabine telefoniche attrae come calamita. A me é successo questo.
Bajani ti fa riflettere sull’importanza dello spazio che attraversiamo vivendo, sulla capacità che quello spazio ha di cambiare la storia di ciascuno e diventare archivio unico nel suo genere.
Impossibile non pensare alle case che ciascuno di noi ha abitato e alla miriade di sfumature in esse contenute.
Candidatura la Premio Strega meritatissima.
Lo consiglio caldamente specie a chi ama leggere autori maestri con la parole.
Recensione di Maria Elena Bianco
Recensione 2
L’ autore racconta la sua vita, le sue amicizie, i suoi rapporti sentimentali, attraverso le case che ha abitato.
È un modo di scrivere molto originale, apparentemente distaccato ma in realtà molto intimo e profondo.
Attraverso le metafore, spostando il punto di vista dalla parte delle stanze, degli oggetti, riesce a descrivere ed evocare emozioni: parla con delicatezza della malattia, parla della violenza senza descriverne i gesti più brutali, ritrae perfettamente un litigio in famiglia semplicemente descrivendo come è apparecchiata la tavola.
L ho trovato un viaggio nel tempo e nell’animo dell’autore molto originale ed emozionante.
Recensione di Cristina Carducci
IL LIBRO DELLE CASE, di Andrea Bajani
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