IL MAGO DI RIGA, di Giorgio Fontana (Sellerio 2022)
Di lui colpivano gli occhi: ipnotici, magnetici, capaci di calamitare su di sé ogni attenzione. Poi l’artiglio: quelle tre dita della mano destra, grazie a cui, con la leggiadria di un pianista, faceva volteggiare i pezzi della scacchiera, foglie al vento, vittime sacrificali di un estro fuori dal comune. Mikhail Tal, campione del mondo di scacchi tra il 1960 e il 1961, irruppe sulla scena col fragore di un tuono, seppe conquistare le folle dell’Unione Sovietica prima e dell’intero pianeta poi, con un gioco che scardinava ogni regola preordinata, sconvolgeva l’ortodossia, per farsi profeta e oracolo del caos, al solo fine di forgiare bellezza.
Giorgio Fontana racconta l’ultima partita di un torneo disputato a Barcellona nel 1992 dall’ex campione, ormai gravemente ammalato, consapevole della sua prossima fine. Tutta la vita gli scorre davanti: i trionfi e i fallimenti, i perenni guai fisici, gli amori e gli amici, in una vertigine di ricordi fuori controllo, testimonianza dell’immensa grandezza di un innamorato di cose futili quale fu il Mago di Riga.
Recensione di Riccardo Del Dotto
IL MAGO DI RIGA Giorgio Fontana
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