IL MARE NON BAGNA NAPOLI, di Anna Maria Ortese (Adelphi)
Da tempo avevo in programma di leggere questo libro e sapevo che non sarebbe stata una lettura “facile”. Ora che l’ho terminato concordo con tutti i commenti che ho letto. Un libro difficile, una scrittura cruda, senza fronzoli, senza sconti per nessuno, un pugno nello stomaco che lascia senza fiato e con l’amaro in bocca per il disgusto provocato dalla crudezza delle descrizioni dei luoghi e dei personaggi, ma si sa, la verità quasi mai è una bella cartolina a colori!
Leggendo, soprattutto i primi racconti, ho creduto di assistere al teatro di Eduardo, sentivo letteralmente i personaggi recitare, una sensazione da brivido.
E la piccola Eugenia, impossibile non amarla! Piccola creatura che dopo aver inforcato gli occhiali tanto agognati , finalmente vede…!
Il libro è del ’53, e fu accolto male dai napoletani, soprattutto dagli intellettuali dell’epoca, di cui la Ortese scrive esplicitamente nomi e cognomi nel racconto intitolato “Il silenzio della ragione”, si sentirono chiamati in causa e si offesero, tanto che la scrittrice dovette lasciare la città e non tornò più, o ci tornò, dopo anni. Una scrittura cruda, allucinante, dà i brividi, una fotografia in bianco e nero della Napoli del dopoguerra.
Secondo me questo è un libro da leggere e rileggere, una volta sola non basta.
Recensione di Sebastiana Cavasino
IL MARE NON BAGNA NAPOLI Anna Maria Ortese
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