IL MATELLO DELL’IVISIBILITÀ, di Ge Fei (Fazi – marzo 2024)
Dopo poche pagine, il lettore già empatizza per Cui, il protagonista, sfigatissimo (gli americani direbbero che è il classico looser) di questo romanzo di Ge Fei apprezzato scrittore cinese. Il romanziere racconta la storia di due Pechino: la prima è sudicia e squallida, abitata da gangster e imbroglioni; mentre seconda è la brillante e moderna, sede di università e attraversata da uomini d’affari internazionali. Cui costruisce e ripara stereo ed è appunto l’outsider per eccellenza, un pover’uomo che si risente e disprezza i suoi ricchi clienti e le loro bellissime mogli, mentre lui riesce a malapena a sopravvivere. Inoltre i suoi clienti usano gli stereo da lui costruiti con tanta perizia per riprodurre CD pop di terza categoria. E poi sono volgari: bevono troppo e vomitano tra i cespugli.
Alla fine, nonostante la mancanza di soldi, Cui decide di acquistare una piccola casa appena fuori Pechino. Un amico d’infanzia lo presenta a un gangster che gli commissiona la costruzione del miglior impianto audio del mondo. Il gangster è gelidamente terrificante, ma Cui lo ammira molto più dei suoi soliti clienti. A differenza di loro, il gangster è allo stesso tempo senza pretese e intelligente e ascolta attentamente la musica che Cui gli propone. Ma riuscirà a riscuotere la cifra pattuita o verrà gabbato un’altra volta?
Fei è bravissimo a costruire il mondo in cui ruota l’esistenza del suo protagonista e ha verso di lui un atteggiamento sempre indulgente, mentre anche l’ironia di cui è permeato il romanzo, e che strappa più di un sorriso al lettore, non sfocia mai nel sarcasmo irriverente. Un romanzo che permette un’immersione nella Cina contemporanea dal di dentro insieme al suo (sfigatissimo) protagonista.
Recensione di Moreno Migliorati
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