IL MATRIMONIO DI MIA SORELLA, di Cinzia Pennati
Non è quello che potrebbe sembrare a prima vista, quello che il titolo e la copertina potrebbero suggerire. Ho titubato a comprarlo, temendo si trattasse di un romanzo della cosiddetta letteratura rosa, ma non mi sono lasciata ingannare dalle apparenze, perché da un po’ seguo la pagina dell’autrice e mi piace. E infatti non sono stata delusa.
Il matrimonio, soggetto indiscusso non solo del titolo, è una scusa dell’autrice per raccontarci altro; il romanzo è un percorso attraverso un groviglio di donne, tre generazioni di donne, con i loro drammi, sogni, le loro certezze ed incertezze. Le loro follie, le rinunce, le perdite, le rivincite.
Il mondo variegato, poliedrico, asfissiante ma spesso irrinunciabile dell’universo femminile, che annaspa per crescere, per migliorare, per ammettere sbagli e sconfitte. La Pennati rovista nei cuori e nelle menti delle ragazze che popolano il romanzo, con ironia ed intelligenza, e tutta la storia si snoda in un giorno, il fatidico giorno del matrimonio della sorella della protagonista.
E non è, come si potrebbe pensare, un romanzo tutto al femminile: gli uomini si ricavano comunque degli spazi tra le righe, partecipi delle vicissitudini di quella giornata particolare; ma le fondamenta di tutta la costruzione sono le donne.
E le pagine sono piene di perle preziose “La vita è tua. Sta a te scegliere la donna che vuoi essere…Io sono stata Lucia, Emma, Elisabeth. Tantissimo tempo fa anche Rossella. In questa fase, per esempio, sono una Penelope…” (pag.94)
“La nostra strada di donne è stata tracciata tanto tempo prima. Definita già da bambine. Non esiste un prima e un dopo. Esiste una linea continua, anche se non la vediamo, che ci annoda e ci porta lì. In un attimo ci si sposa, si hanno dei figli. E l’attimo dopo non si ritrova il senso. Perso da qualche parte.” (pag.107)
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