IL NAO DI BROWN, di Glyn Dillon (Bao)
Questo è il mio debutto nel mondo dei graphic novel, quindi non sono perfettamente in grado di scindere le mie impressioni su questo libro da quelle su questo genere.
L’oggetto libro è molto bello: grande, con i profili rossi delle pagine e la copertina esterna che nasconde una mappa della storia secondaria.
La parte grafica è molto bella, con disegni molto efficaci e vari: molto particolareggiati i disegni di ispirazione giapponese e quelli della storia secondaria, più essenziali quelli della storia primaria, con espressioni facciali molte espressive.
La storia è interessante (una ragazza anglo-giapponese con problemi di disturbo ossessivo-compulsivo e il tentativo di trovare la sua strada nel mondo), con qualche salto logico e temporale nella narrazione. Rispetto alla lettura di un romanzo, in cui non mi capita praticamente mai di rileggere la pagina appena conclusa, ho invece notato che mi veniva spontaneo tornare a guardare le vignette e fumetti appena letti. Inoltre alcune scene che sarebbero assurde in un romanzo (es. l’amico che racconta a due ragazze in un pub di quando si è cagato addosso) risultano invece credibili e perfino divertenti.
È stata la prima volta, ma non sarà l’ultima!
Di Stefania Lusona
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