IL NAZISTA ED IL RIBELLE. Una storia all’ultimo respiro, di Andrea Comini (Mimesis)
Andrea Comini realizza un vero e proprio romanzo di formazione su un episodio che gli è stato raccontato dal nonno Luigi sulla Resistenza nella Valle Camonica, alla fine della seconda guerra mondiale.
Il giovane partigiano Moha (al secolo Bartolo Bigatti), appena diciannovenne, viene catturato il 6 febbraio 1945 in un’osteria di Esine e immediatamente riconosciuto dal colonnello Maraun viene giustiziato nella piazza del paese.
Il “macellaio”, giovane istruito, conoscitore delle lingue straniere, fu riconosciuto in un posto di blocco dai partigiani e successivamente fu portato in paese per essere interrogato. Fu assalito e linciato dalla popolazione il 28 aprile.
Il libro racconta con fonti orali e scritte, raccolte con dedizione e precisione, tutti gli eventi storici ma anche la vita dei due protagonisti, scavando in profondità in tutte le contraddizioni dell’animo umano.
Ho conosciuto questo libro grazie ad un articolo letto sul Corriere della sera, in cui l’autore racconta la lunga ricerca storica durata oltre dieci anni, che lo ha portato a conoscere la figlia del comandante Maraun.
Hannah, nata nel 1940, non ricordava nulla del padre e sapeva solo quello che le era stato detto in famiglia. Andrea Comini è riuscito a contattarla ed ha iniziato con lei una fitta corrispondenza durata quasi otto anni. La verità su suo padre ha generato in lei una profonda sofferenza, tanto da chiedere ad Andrea di porre fine alla loro corrispondenza.
Un testo molto interessante a metà fra romanzo e libro storico. Lo consiglio a tutti gli appassionati di storia.
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