IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Roberto Mugavero di edizioni MINERVA
– Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
La edizioni Minerva nasce nel 1989 a seguito della mia esperienza maturata in campo editoriale e che mi spinse a raccogliere una “scommessa di vita” nel creare una casa editrice di “Varia” nella mia città di Bologna dove – a quel tempo – l’editoria era quasi sparita. Fu il Professore Andrea Emiliani (noto storico dell’arte e allora Soprintendente ai Beni Artistici di Bologna) ad auspicare questa mia scelta.
Iniziammo con la pubblicazione di 4 libri in un anno e poi siamo cresciuti fino agli attuali oltre 100 titoli già in calendario per questo 2021.
La nostra intenzione editoriale e di mantenere questa nostra vocazione di editori della “Varia”, con alcune peculiarità che continuiamo a perseguire essendo sempre più – riteniamo – ben conosciuti in ambito nazionali e molto ben posizionati sulle circa 7.000 case editrici presenti in Italia.
Le nostre collane storiche, biografie, arte e illustrati, cucina, sportive e naturalmente di narrativa sono sempre più di alto valore e riconosciute come tali sia in Italia che all’estero senza dimenticare la nostra importanza sui titoli legati alla nostra città e alla nostra regione Emilia-Romagna.
– A che tipo di lettori si rivolge?
– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Assolutamente sì, in Italia si legge poco. Siamo una Nazione molto più piegata alla televisione e ai social che sono molto “meno impegnativi” da seguire rispetto ad un buon libro nel quale serve un insegnamento scolastico e familiare amorevole per trasformare le persone in bravi lettori.
Leggere un libro e come tuffarsi nell’Oceano con un mare pulito e pieno di mistero e scoperte da fare. Ci si deve lasciare trascinare dalla storia (se ben scritta naturalmente) e alla fine dirsi dispiaciuti di aver concluso quel libro ma già desiderosi di aprirne un altro.
In Italia ci sono in proporzione più editori che lettori, sta a noi cercare di cambiare questa proporzione, o almeno, a rendere il numero di lettori molto più ampio. Sicuramente la qualità e l’originalità sono elementi basilari nel cercare e trovare nuovi lettori, il tutto unito al conoscere il mondo che calpestiamo e saperlo raccontare in modo adeguato e legato ai nostri tempi.
– Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
Come l’editore – l’ho scritto poco sopra – si deve parametrare con la società e il momento sociale nel quale vive, questo vale anche per chi vende i nostri titoli.
Personalmente amo tantissimo la libreria e il mestiere del libraio, pur capendo la grande difficoltà nel gestire mediamente circa 300 nuovi titoli al giorno… Capisco che non esista libreria al mondo capace di tenere ogni singolo titolo e la rotazione attuale si è ancora ridotta passando dai 90/120 giorni ai 30/60 giorni di presenza del titolo in libreria. gli spazi per il libraio sono quelli che sono e anche loro devono fare “di necessità, virtù”.
Cosa diversa sono le piattaforme e le vendite online che hanno spazi e disponibilità molto maggiori e basano i loro profitti sulla vendita del singolo pezzo. Che sia un libro o un cavetto USB per loro non fa differenza, se vende non restano senza. Mentre il problema del riassorbimento è indubbio che esiste nel mercato librario e le motivazioni sono “varie e variegate”. Ciò che la libreria tradizionale dovrebbe fare e “non restare sguarnito dei titoli che il cliente cerca e gli chiede”. Certo può non avere un determinato volume, ma dovrebbero adottare tutti la regalo che io chiamo “del bravo farmacista”. Mi spiego, quando andiamo in farmacia capita a tutti di non trovare un farmaco. A quel punto il farmacista ti da un bigliettino e ti dice “torni oggi pomeriggio o domani e ci sarà”.
Oggi in Italia esiste una rete capillare di distributori che seguono la maggior parte degli editori e la disponibilità dei libri esiste, basta volerlo e cercarlo con poca fatica. Del resto noi editori rinunciamo ad una fetta importantissima di marginalità per dare a: distributori e grossisti la promozione, la distribuzione e il riassorbimento dei nostri titolo.
Le piattaforme tipo: Bookdealer.it e Libridaasporto.it sono a loro volta opportunità alternative e non sarei così drastico a considerarle “anti Amazon” perché Amazon (ma non solo lui) ha intercettato un bisogno, quindi smettiamo di criticarlo, ma cerchiamo soluzioni e altre idee che sono, in fondo, una prerogativa dell’uomo.
Una volta gli autori fra le prime domande che ti facevano c’era la seguente “Ma il mio libro è nella tal vetrina?”. Oggi fra le prime domande che ti fanno è “Quando lo avranno Amazon e IBS?”.
Io rispondo che il libro è anche nelle librerie, ma poi, dentro me, tremo nel sapere che non sempre dico – ahimè – il vero non avendone – per i motivi sopra espressi – responsabilità diretta.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi?
Anche i social oramai tutti li usiamo e anche noi attraverso i canali più in voga. I social sono un mezzo alla diffusione e alla conoscenza anche dei libri, basta essere nel loro uso corrispondenti su ciò che noi siamo, quindi: seri, professionali, esaustivi e educati, elementi non scontati per ciò che sovente tutti noi leggiamo sui social…
Il libro educa anche ad essere tutti noi migliori, e con questo fine vanno utilizzati e non per parlare come neppure al bar avremmo fatto.
Vi ringrazio e…W I LIBRI!!!
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