IL QUADERNO DELL’AMORE PERDUTO Valerie Perrin

IL QUADERNO DELL’AMORE PERDUTO, di Valerie Perrin

La dolce Hélène, la “signora della spiaggia”, che vive ciò che le resta del suo presente nella casa di riposo le Ortensie, vegliata dal gabbiano che la segue come un’ombra da quando era bambina, ha scelto la giovane Justine, aiuto infermiera, come depositaria delle memorie del suo passato.

Il quaderno dell'amore perduto V. Perrin
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Un passato segnato da molteplici eventi, che mettono in risalto altrettante tematiche da cui trarre uno spunto di riflessione (la sua dislessia, lo spettro della cecità, la guerra e la deportazione, la tematica degli anziani e della loro solitudine, mai così attuale come in questo ultimo periodo), ma che ha come unico e forte filo conduttore il suo indistruttibile amore per Julien, con cui ha vissuto una vita piena di mille emozioni ed altrettanti ostacoli.

Justine annota i ricordi di Hélène in un meraviglioso quaderno azzurro, forse per sfuggire non solo al suo doloroso passato, ma forse ancor più alla quotidianità del suo presente, da cui ne esce una figura abbozzata, che vive ancora in una sorta di limbo, di bozzolo che attende di diventare farfalla.

“È come se il mio viso non avesse ancora scelto, come se non avesse ancora finito di disegnarsi. Mi ripeto che ciò che non trovo attraente in me un giorno piacerà a qualcuno… che mi amerà e che diventerà il mio pittore. Sarà lui a continuare il disegno. A trasformare uno schizzo in un capolavoro grazie a una grande storia d’amore“.

In effetti Justine non sa e non vuole sapere cosa sia l’amore, poiché è da sempre vissuta con la terza età, ha “saltato una casella”, da quando la seconda età le ha strappato i genitori morti in un tragico incidente stradale e l’ha costretta a vivere con i nonni, che pur colmandola di attenzioni, non sono stati capaci di infonderle quel senso di affetto dimostrato che è fondamentale per ognuno di noi per una crescita serena, con una corretta elaborazione di ciò che effettivamente significa amare.

“A casa nostra ci si bacia a fior di labbra in occasione di un regalo, di un compleanno o del Natale. Non è mai gratis”.

“Non si può certo dire che ci trattino male: sono assenti e basta. Sono sempre in casa, ma mai nelle stanze. Sono sempre a tavola, ma mai sul menu del giorno.”

Sarà proprio il raccontarsi di Hélène a dare a Justine il coraggio di lasciarsi alle spalle un passato che scopre essere ancor più crudele di come lo aveva immaginato, rompendo le barriere che da sempre si era eretta intorno a protezione della sua fragilità.

Che la Perrin, prima ancora che una scrittrice sia una fotografa di scena, lo si desume dalla capacità di delineare con nitidezza i personaggi e le loro emozioni, regalandoci un romanzo delicato, ma, allo stesso tempo, dai forti contenuti, che mi ha toccato profondamente, in particolare riguardo alla tematica degli anziani, che troppo spesso diventano “i dimenticati della domenica” e dell’importanza della loro memoria.

“Quel giorno, mi sono resa conto che è sufficiente toccarli, gli anziani, è sufficiente prendere loro la mano perché inizino a raccontare. Come quando si scava un buco nella sabbia, in riva al mare, e l’acqua risale in superficie.”

“Bisogna ascoltare sempre, subito, perché il silenzio non è mai troppo lontano.”

Recensione di Paola Vicidomini
IL QUADERNO DELL’AMORE PERDUTO Valerie Perrin

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