IL QUARTETTO RAZUMOVSKY Paolo Maurensig

IL QUARTETTO RAZUMOVSKY, di Paolo Maurensig (Einaudi – gennaio 2022)

 

Che dirvi.. Sono a dir poco sconvolta, esausta e quasi affaticata, non è vero che il lettore è una figura passiva, il mio stato d’animo lo dimostra. Prima considerazione mi trovo a parlare dello stesso tema ma visto dall’altra parte solo dopo qualche giorno dalla lettura della famiglia Karnowski che vede nella parte finale la fuga in massa di famiglie ebree dalla Germania nazista verso l’accogliente America. Nel quartetto Razumovsky sono i tedeschi appartenenti al regime a scappare sempre verso quell’America che non chiede e non giudica.

Ho pensato a questo stato neutrale in cui ci si riconosce e si riformano i Quartetti d’archi e dove gli sfuggiti al terzo Reich s’imbattono nei loro aguzzini disorientati. Questo alla fine accadeva, la perdita dell’identità ma il peso del ricordo che distruggeva qualsiasi forma di equilibrio mentale.

Il nostro protagonista, inizialmente presentato da una storia amena di musicisti ritrovatisi quasi per caso in Montana, si rivelerà un personaggio a tratti gotico e racconterà in prima persona per tutto il romanzo la sua storia nera, forte, crudele, di infinita violenza subita ed agita, a tratti mi ha ricordato anche il comportamento asettico e diabolico de L’Avversario di Carrere. Maurensig scrive il suo ultimo libro con maestria di penna e scava nel personaggio usando anche l’episodio dell’ipnosi, strumento adottato da una Psicoterapeuta a cui Vogel si rivolge. È un romanzo di commiato e le ultime pagine ne sono testimonianza. Invito a leggerlo, perché non può lasciare indifferenti. Ringrazio Paolo Maurensig per la sua opera.

Recensione di Maria Bal

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