IL RAGAZZO CHE ANDÒ VIA, di Eli Gottlied (Minimum Fax – agosto 2020)
“È la natura umana, capisci? Dietro ogni famiglia si nasconde una storia di segreta sofferenza, di miseria, delusione e sogni infranti. Vedi, amore, noi non siamo diversi dagli altri.”
Con una narrazione impeccabile, Eli Gottlieb, ci regala un romanzo di formazione intenso e pieno di emozioni: “Il ragazzo che andò via” (traduzione di Sara Reggiani).
Sul finire degli anni ’60, mentre dilaga la guerra in Vietnam, l’autore racconta quattro mesi di una famiglia americana: madre, padre, due figli. I disastri emotivi, le speranze, le sofferenze, la presenza di un ragazzo con gravi disagi e di un ragazzo che vorrebbe vivere una vita “diversa” sono gli ingredienti di questa storia bellissima, dolorosa ma necessaria.
Senza la spensieratezza, senza la leggerezza che dovrebbero contraddistinguere la sua età, Denny fatica a crescere, segue ossessivamente ogni cambiamento, ogni passo dei genitori con continua inquietudine che l’autore riesce a trasmettere al lettore. Una famiglia piegata dall’infelicità che non rappresenta altro che un’umanità ferita.
E automaticamente mi è tornato in mente l’incipit più famoso di Tolstoj, “Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo“.
Il romanzo è stato inserito nella lista Best Books del New York Times.
Bellissimo.
Recensione di Lauretta Chiarini
IL RAGAZZO CHE ANDÒ VIA Eli Gottlied
Commenta per primo