IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA, di Tahar Ben jelloun
Angela è partita – Puntata 3 di 7
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Angela è partita e ho i suoi libri sul comodino. L’ha fatto di proposito ad affidarmi i suoi libri perché una volta le ho detto che mi diverte farmi un’idea delle persone in base ai libri che ognuno ha sul comodino.
“E se la persona ha un ebook reader?”… “E se quel libro glielo hanno solo regalato e non è il suo genere?”… “E se non ha alcun libro?” Poi ci pensa: “Beh, in questo caso, un’idea me la farei io…”
In breve, forse mi ha affidato i libri per dirmi che, a volte, i libri sul comodino, potrebbero essere semplicemente dei libri in affido e potrei farmi un’idea sbagliata dell’altro.
La prima edizione del libro è del 1998.
È scritto nella forma di un dialogo che si svolge tra padre e figlia e, attraverso le dirette domande di lei e le semplici ma approfondite risposte di lui, si entra, a gamba tesa, nello scomodo argomento: il razzismo.
Non è però solo un dialogo fra padre e figlia, è una lezione di vita per tutti i lettori.
Diffidenza, disprezzo, odio, sentimento di superiorità, il sentirsi minacciati da chi è diverso da noi: sono solo parole per sviscerare qualcosa di più profondo; diventano occasione per parlare di un argomento di cui, da piccola, credevo non avesse senso parlare… per il semplice fatto che l’odio razziale non ha argomentazioni solide su cui basarsi! Non ha senso di esistere il razzismo; eppure esiste e nasce e si nutre delle paure e delle fragilità umane.
Così credevo, e invece mi ritrovo in un Paese in cui, ancora oggi (e oggi più che mai), bisogna ancora e ancora e ancora educare alle diversità e al rispetto delle culture. Ancora.
“L’odio è contagioso. Per calmarlo, per attenuarlo, bisogna riprendere il dialogo”.
Semplice, potente, ricco di spunti. Consigliato ai bambini che, come dice lo scrittore, sono puri e non nascono razzisti.
Consigliato agli adulti e agli educatori.
Io un’idea me la sono fatta di Angela: fa parte di coloro che sottolineano i libri e, fra le pagine, a volte, prendono persino appunti. Io no. Ma credo che questa sua caratteristica, che la rende “altro” rispetto a me, sia superabile. No, non mi sento minacciata.
E che fortuna! In Irlanda, dove Angela è straniera, non sono razzisti contro gli italiani…
Recensione di Erika Polimeni
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