IL REGNO DIVISO. Quando l’uomo si separò dall’uomo, di Rupert Thompson
Spesso rifletto su quanto, troppo spesso, ci si fermi all’apparenza. Siamo abituati a una società che ci invita a dare “definizioni”, esprimere giudizi, pareri… incasellare!
Spesso prendo in mano un libro distopico -non ve lo aspettavate, vero? È fra i miei generi preferiti- e mi chiedo: siamo già arrivati a questa pagina di storia?
“Nel giorno della Riorganizzazione, i bambini sono stati strappati alle madri, le famiglie smembrate e la memoria si è perduta. Il nuovo sistema politico si fonda sulla teoria medievale degli umori. Collerici, malinconici, flemmatici e sanguigni sono stati deportati nei quattro quartieri dai confini invalicabili in cui il Regno è stato diviso. Per limitare i conflitti, il simile dovrà convivere con il simile.”
Un romanzo che trascina subito dentro la storia di Thomas, un bambino perduto, che cerca disperatamente e con cautela di ricostruire il suo passato negato. Destinato senza ombra di dubbio al Quartiere Rosso, quello dei sanguigni, avrà la possibilità -molto rara- di entrare per motivi di lavoro in un altro Quartiere, quello Blu… e tutto, all’improvviso, nella sua vita cambia e ogni legge, ogni certezza crolla.
Sì, siamo portati a credere di conoscere l’altro e ingenuamente persino sicuri della linearità delle nostre azioni. La verità è che un regno diviso farebbe comodo a tutti.
“Dīvĭdĕ et ĭmpĕrā”… È che, oggi, non si chiede nemmeno più “qual è il tuo colore preferito”…
Recensione di Erika Polimeni
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