IL SANGUE DEL SUD Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio, di Giordano Bruno Guerri
Quando penso al Risorgimento Italiano penso alle rampanti e Giovini Europa e Italia di Mazzini. Oppure all’accecante rosso di mille camicie che liberano l’Italia comandate da un eroe barbuto.
Poi per caso compro questo libro e scopro una storia che va di pari passo con un’antistoria: quella del brigantaggio. E tra un evento e un’ avventura mi rendo conto che la storia che mi hanno raccontato non ha tenuto conto di un Sud di migliaia di morti: chi per l’ideale, chi per la fame e chi perché non aveva niente e niente aveva da perdere.
Giordano Bruno Guerri ci parla di uomini e donne, di individui, ognuno con la sua personalità ben delineata all’interno di un processo storico che viene presentato come un’invasione, un’usurpazione, una violenza.
Forse potevano essere trovati altri modi, ma l’Unità si sarebbe fatta ed è stata fatta a qualunque costo. L’Unità sulla carta. E Garibaldi ne esce meno eroe e più opportunista, Mazzini un ingenuo, Cavour uno spietato e il Papa un usurpato. Il brigante invece vero e proprio deus ex machina e la brigantessa non un’appendice, come la storia raccontata dagli uomini ci ha fatto credere di tutte le donne, ma parte attiva di una lotta, purtroppo impari.
Questo libro mi ha dato l’opportunità di riflettere, ancora una volta, sul fatto che la storia la scrivono i vincitori. Ai vinti non fu lasciato nessuno spazio, le loro voci soffocate sotto l’egida di un’ Italia che oggi rimane purtroppo per molti aspetti ancora divisa.
Recensione di Francesca Pozzo (Canta La Gallina)
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