IL SERGENTE NELLA NEVE, di Mario Rigoni Stern
Mario Rigoni Stern, sergente in un distaccamento di alpini impegnato nella disastrosa spedizione in Russia nel 1942-43 racconta la sua storia. Il libro inizia con i soldati italiani assestati in un caposaldo sul fiume Don dove fronteggiano l’esercito russo. Una vita durissima, continuamente esposti al fuoco nemico, alla fame, al freddo intensissimo.
Unici momenti di relativa gratificazione l’arrivo della corrispondenza e gli stretti rapporti fra commilitoni a volte in dialetto stretto. Improvvisamente arriva l’ordine di evacuare il presidio la sera stessa e di ritirarsi. I militari raccolgono alla meglio quello che possono e lasciano quelle povere tane sporche per incamminarsi nell’ignoto di una bufera di neve nel cuore della notte.
Una bufera di neve probabilmente provvidenziale perché ha impedito ai russi assestati sull’altra riva del Don di accorgersi della loro fuga. Inizia qui il racconto dettagliato della angosciosa ritirata. Gli italiani devono uscire dalla “sacca del Don” evitando di essere accerchiati dal grosso dell’esercito russo e di essere sopraffatti o fatti prigionieri. Sono settimane di marcia forzata in condizioni indicibili. L’autore in questi giorni vede morire la maggior parte dei suoi compagni. Solo una piccola minoranza riuscirà a sopravvivere.
Lo stile narrativo di Rigoni Stern è asciutto ed essenziale ma straordinariamente efficace. L’autore non usa gli aggettivi, non enfatizza il suo racconto, lo fa scorrere naturalmente ed entrare in modo sempre più prorompente nell’io interiore di chi legge. Sembra quasi di esserci lì con lui, sulla neve, nella grande pianura dei cosacchi alla ricerca di un posto decente dove dormire qualche ora dopo giorni di marcia estenuante o tremanti di paura mentre fischiano vicini i proiettili dei partigiani russi.
Un libro difficile da descrivere: bisogna leggerlo. Un libro breve di centocinquanta pagine ma c’è concentrato dentro tutto il male della guerra. Lo stesso Rigoni Stern, che inizialmente era stato affascinato dalla propaganda del regime e che si arruolò volontario, dopo questa devastante esperienza rivide completamente le proprie posizioni.
Un libro importante sulla nostra storia che merita sicuramente una lettura.
Recensione di Stefano Benucci
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