IL SOCCOMBENTE, di Thomas Bernhard
Tre giovani pianisti intrecciano le loro vite in una scuola di musica.
Tutti e tre mostrano doti straordinarie, ma ben presto risulta chiaro che uno di loro “è” qualcosa in più.
Nasce così un confronto impietoso che dilaga nell’animo degli “sconfitti” segnando in modo irreparabile la loro esistenza: la voce narrante si chiuderà in una mortificante rassegnazione, mentre l`altro, “il soccombente”, vivrà in maniera ancora più tragica il dramma del “non riuscire a essere”.
Tema interessante, spunti profondi, ma la scrittura ripetitiva e claustrofobica ha reso la lettura davvero pesante.
A libro concluso, mi rendo conto che lo stile narrativo volutamente soffocante e ossessivo – a tratti irritante – risulta vincente per tratteggiare i personaggi in modo realistico e calare senza filtri il lettore in una storia densa di significato e rivelatrice di grandi, ancorché inquietanti, verità.
Un libro che, alla fine, “rimane” e regala emozioni forti.
Che fatica, però.
Recensione di Laura Pancini
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