IL SUCCESSO DI UN AUTORE “INVADENTE” – FU SERA E FU MATTINA, di Ken Follett (Mondadori)
Fu sera e fu mattina – Ken Follett, 2020. L’ultimo di Follett è sempre uno degli avvenimenti letterari dell’anno, a prescindere se si ami o no l’autore. Se ne parla ovunque: nei TG nazionali e nei forum di lettori, nelle pagine dedicate ai libri nei quotidiani e impossibile da evitare nelle vetrine di tutte le librerie.
È un po’ invadente, diciamo, oppure solo promosso con marketing aggressivo ed impeccabile, come i dischi delle grandi star del rock che escono nella stessa data in tutto il mondo. Quest’ultimo ancor di più perché era stato annunciato come il prequel de “I pilastri della terra” e de “Mondo senza fine“, tra i suoi romanzi più venduti ed apprezzati. Quindi, non una trilogia classica, scritta dall’inizio come idea preordinata ma recuperata dopo decenni, immagino anche per input della casa editrice o per una scommessa dell’autore.
Il tutto si svolge in Inghilterra alla fine dell’anno 900, con storie umanissime che riguardano Re, Vescovi, Aldermanni, Abati, nobili, sceriffi e soldati che guidano la trama. E poi tanta povera gente anonima, costretta a vivere e morire nella miseria e a subire le angherie del potere dei soliti senza legge. Con gli amori e le violenze immaginabili, tra i vizi atavici dei ricchi e la nobiltà d’animo delle anime salve che trovano sempre spazio nelle storie di Follett, la trama è godibile in tutto il testo.
Una volta cominciata la lettura, non c’è più verso di fermarsi, si vuole andare avanti per saperne di più e anche stupirsi per i comportamenti umani, meschini come anche quelli di oggi. In fondo in fondo, anche in questo romanzo si racconta l’eterna lotta tra il bene e il male, tra alte aspirazioni di alcuni e meschini retropensieri di altri.
Come per gli altri romanzi di Follett, non si tratta di una scrittura raffinata, forbita e che lascia anche spazio all’immaginazione e al periodo più sofisticato. No, qui è tutto detto e descritto chiaramente, scrittura per tutti e senza sotterfugi reconditi, anche le introspezioni dei diversi personaggi di fronte ai fatti, a volte improbabili ma archetipi universali, si mantengono credibili.
La storia tiene e affascina, tra continui colpi di scena ad effetto, sorprese e ritorni alla normalità. Follett, non si discute: può anche non piacere perché non è alta letteratura (secondo me) ma le storie le sa intrecciare bene, sempre con riferimenti storici, religiosi e di costume accurati, seppur conditi da fantasia pura; e da questa continuo tourbillon il lettore ne esce soddisfatto.
Consigliatissimo, seppur lunghetto come da sua abitudine.
Recensione di Franco Abbenda
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