E’ Vero che al Sud non si legge come dice l’istat ?
Secondo i dati del gruppo “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri” non si direbbe.
Come ogni anno l’Istat ha pubblicato il report su produzione e lettura di libri in Italia, relativo al 2016. Ad una prima, rapida lettura salta all’occhio una nota ricorrente: il grande divario fra Nord e Sud, soprattutto in riferimento alla frequenza dei lettori.
In poche parole, l’Istat avrebbe rilevato – su un campione di 24.000 famiglie – che nelle regioni del Sud si leggerebbe molto meno che nelle regioni del Nord, con percentuali imbarazzanti: 27,5% contro 48,7%.
Il confronto con i dati del Gruppo Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri nasce spontaneo; analizzando la composizione del Gruppo, infatti, si può notare che città come Napoli, Palermo e Bari si piazzano entro le prime dieci per percentuale di iscritti rispetto alla popolazione, e questo dato risulta ancora più interessante se si tiene conto del fatto che anche l’Istat rileva una preponderanza di lettori nelle città metropolitane rispetto alle realtà minori. Per fare qualche esempio, Palermo e Bari hanno percentuali di iscritti simili a Torino e Venezia, superiori a Genova, non molto distanti da Roma; Napoli viene superata solo da Firenze, Milano e Bologna.
I membri del Gruppo sono senz’altro rappresentativi di un tessuto sociale molto vario, composto comunque da lettori: senza voler distinguere fra “lettori forti” e “lettori deboli” come fanno le statistiche, la sola appartenenza al Gruppo e la frequenza degli interventi fa di loro un campione a nostro avviso molto vicino alla realtà; il Gruppo è in costante crescita, dalla sua creazione avvenuta quattro anni fa conta adesso oltre 100.000 iscritti, negli ultimi 28 giorni sono stati pubblicati oltre 4.400 post, una media di 160 al giorno, 96.000 commenti, per non parlare delle 270.000 reazioni; è questo che ci lascia perplessi sulla flessione del numero di lettori rilevata dall’Istat.
Forse questo dato è fortemente influenzato dalle fasce di età: l’Istat prende in considerazione una popolazione più ampia, inserendo nel computo i più giovani a partire dai 6 anni, ovviamente non presenti nel Gruppo, e la flessione riguarda in maggior misura proprio queste fasce di età; si entra quindi nel merito dell’educazione alla lettura, problematica sollevata anche dagli editori.
Non si possono ovviamente confrontare i dati relativi agli acquisti perché nel Gruppo si parla principalmente di libri letti o da leggere, peraltro il dato Istat non tiene conto, in questo senso, degli acquisti in mercatini dell’usato – molto diffusi al Sud – o dello scambio di libri.
Altri dati abbastanza interessanti sono quelli relativi alle fasce di età ed al sesso dei lettori: l’Istat dichiara che la fascia di età che presenta il maggior numero di lettori è quella che va dagli 11 ai 19 anni, mentre la fascia più rappresentativa del Gruppo è quella compresa fra i 35 ed i 54 anni. Per la distribuzione sul sesso ancora una notevole discrepanza di dati, il Gruppo è composto per tre quarti da donne mentre per l’Istat il divario tra i sessi è inferiore, 47,1% di lettrici contro il 33,5% di lettori. In questa valutazione, però, sarebbe importante inserire un’ulteriore variabile, cioè la predisposizione all’utilizzo dei Social.
Certo, il confronto dei numeri non è mai completo o definitivo, la statistica non è una scienza esatta, ma la sensazione che emerge alla lettura dei post pubblicati nel Gruppo è di un forte e radicato interesse nei confronti della lettura da parte di una platea eterogenea di utenti, un interesse in crescita che forse ha trovato nel Gruppo un canale di comunicazione, di scambio, di confronto altrimenti non disponibile sotto altre forme, soprattutto in zone periferiche o meno fornite di spazi dedicati.
Dati del gruppo al 31/12/2017