IL TATUATORE DI AUSCHWITZ, di Heather Morris
La sceneggiatrice neozelandese Heater Morris in “ Il tatuatore di Auschwitz”(Garzanti 2018), suo romanzo d’esordio, ci racconta la vera storia di Ludwig Eisenberg detto Lale, della sua terribile esperienza nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau e del suo grande amore per Gita, un amore sopravvissuto all’Olocausto. E’ lo stesso Lale ormai vecchio che, dopo la perdita di Gita, sua moglie, decide di raccontarsi all’autrice del libro prima di morire nel 2006.
Lale, giovane slovacco deportato, riesce a mantenersi in vita per la sua capacità di mantenere la calma, per il suo ottimismo e le sue speranze che non vengono mai meno, la sua capacità di relazionarsi con il prossimo ma soprattutto per il ruolo che gli viene fortuitamente assegnato all’interno del campo: Lale infatti sarà il tatuatore (il Tatowierer) di Auschwitz nei tre lunghi anni di detenzione e da questa posizione “privilegiata” riuscirà a aiutare tante persone e proteggere la sua adorata Gita, quella che in mezzo a tanto orrore gli ha colpito il cuore e ha fatto volare la sua anima oltre il filo spinato, verso un possibile futuro di speranza.
Il libro è stato criticato dall’Auschwitz Memorial Research Center perché troppo di libera interpretazione e in alcune parti poco aderente alla realtà, ma l’autrice si è difesa dicendo che la sua era una libera interpretazione del racconto della vita di Lale e ha annunciato un seguito del romanzo nel quale sarà protagonista uno dei personaggi incontrati in questo.
Il libro si avvale di una scrittura piuttosto semplice e scarna dove sono senza dubbio privilegiati i dialoghi e nonostante il terribile periodo storico affrontato e il doloroso argomento è privo di pathos e coinvolgimento. L’unica cosa che colpisce è la lettera che l’unico figlio della coppia, Gary, scrive alla fine del libro raccontando di come sia vissuto in una casa piena di amore, dolcezza e serenità con questi genitori che si sono amati con intensità fino all’ultimo giorno a dimostrazione che l’amore ha ottenuto la sua grande vittoria ed è riuscito a sconfiggere il male e la morte. E questo è un bellissimo e straordinario finale per questa storia vera che ha dovuto affrontare ogni tipo di ostacolo prima che si potesse realizzare.
Recensione di Maristella Copula
IL TATUATORE DI AUSCHWITZ, di Heather Morris
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