IL TRENO DELL’ULTIMA NOTTE, di Dacia Maraini
Ultimamente ho adottato un nuovo sistema di lettura, cioè per genere. In questo periodo perciò sto leggendo tutto ciò che riguarda la seconda guerra mondiale e la Shoa, che ho in casa, saccheggiando anche la nutrita biblioteca di mio marito.
quartiere. Il romanzo è ambientato durante la guerra fredda, nel 1956, e narra la storia di Amara, una giornalista fiorentina, che ha passato una felice infanzia con un compagno d’eccezione: Emanuele Orenstein, ebreo austriaco, trasferitosi, con la sua ricca famiglia, a Firenze.
Durante l’inizio della persecuzione ebraica, seppur non ancora in modo così aperto, la famiglia di Emanuele decide di tornare a Vienna, convinta di non essere in pericolo a causa dei propri antenati, ex militari di rango dell’antico impero austro-ungarico.
Purtroppo le cose non vanno proprio così e gli Orenstein si ritrovano nel ghetto li Lodz e, da lì, in un campo di concentramento come Auschwitz.
Amara, che ha sempre ricevuto le lettere da Emanuele fino alla deportazione, ad un certo punto, dopo la guerra, riceve, da un mittente anonimo, un quaderno dalla copertina nera su cui sono scritte a matita le ultime lettere che Emanuele non è mai riuscito a mandarle. Pertanto, Amara, ormai adulta, avendo perso le tracce del suo vecchio amico, parte da Firenze alla sua ricerca. L’aiuterà in questa avventura Hans, un ebreo austro-ungherese conosciuto in treno.
Il romanzo si svolge tra l’Austria e l’Ungheria dove, tra l’ottobre e il novembre del 1956, ci fu la rivolta popolare per l’indipendenza contro l’Unione Sovietica. Ma nelle pagine si alternano a questa, anche quelle sull’olocausto dei nazisti, lasciando una “testimonianza” della crudeltà e della prepotenza di due regimi dittatoriali di due differenti nazioni, tedesca e russa, di cui è difficile stabilire quale fu più atroce.
Ritengo “Il treno dell’ultima notte” un libro da leggere perché, oltre alla trama appassionante, fa conoscere ai lettori certi periodi storici che non si devono dimenticare, ma soprattutto meno ‘pubblicizzati’, come la brutalità sovietica nei confronti delle popolazioni dell’est Europa assoggettate per lunghi decenni.
Buona lettura.
Recensione di Lena Merlina
IL TRENO DELL’ULTIMA NOTTE Dacia Maraini
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