IL TRONO D’AUTUNNO, di Elizabeth Chadwick (Tre60) –
Terzo libro della trilogia Il romanzo di Eleonora d’Aquitania
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Ho terminato pochi giorni fa “Il trono d’autunno” di Elizabeth Chadwick, il terzo volume della trilogia dedicata alla storia di Eleonora D’Aquitania. In questo ultimo romanzo, l’autrice ricostruisce gli ultimi trent’anni di vita della Regina, dal suo esilio a Sarum per volere del marito Enrico II fino alla morte a Fontevraud nel 1204, ormai anziana (per l’epoca!) e sfibrata da una vita costellata di responsabilità, prestigio ma anche terribili lutti, da affrontare sempre a testa alta, ma con il cuore a pezzi, come solo una grandissima sovrana doveva dimostrare di saper fare.
Ben scritto, un romanzo storico come pochi letti, almeno a mio parere. L’autrice è riuscita a far rivivere nel suo splendore un personaggio che forse poche persone potevano dire di conoscere approfonditamente, e devo dire che Alienor è stata una delle sorprese più belle dell’anno: una donna coraggiosa, elegante, intelligente e brillante, capace di tener testa a sovrani ed eserciti, di fronteggiare attacchi e assedi anche quando già anziana e provata da anni di difficoltà e dolore. Un personaggio caratterizzato alla perfezione, così come anche i comprimari.
La narrazione non stanca mai, e non è stato sicuramente facile rendere digeribili tutti gli eventi legati alle lotte al potere che hanno caratterizzato quegli anni di guerra tra Francia e Inghilterra. Ma la cosa che davvero mi ha colpito sopra ogni altra è stata la capacità di Elizabeth Chadwick di far davvero sentire al lettore i sentimenti provati da Alienor, soprattutto davanti a perdite che sicuramente le hanno segnato profondamente l’anima.
Mi sono commossa più di una volta, e certamente rimarrà ben saldo dentro di me il ricordo dell’ultima, meravigliosa canzone che l’autrice fa ascoltare alla regina morente, una di quelle che tanto amava sentir cantare dai suoi trovatori alla corte di Poitiers, davanti ad un fuoco scoppiettante, con in mano una coppa di vino speziato con miele e cannella.
Recensione di Eleonora Saia
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