IL TUO NOME SULLA NEVE. Gnanca na busìa. Il romanzo di una vita scritta su un lenzuolo, di Clelia Marchi (Il Saggiatore)
La settimana scorsa sono andata due giorni in Toscana con l’intenzione, tra le altre cose, di andare a visitare “Il piccolo museo del diario” a Pieve Santo Stefano che mi era stato caldamente consigliato da una collega che era a conoscenza della mia passione per la lettura.. Cosa dire? E’ stata un’esperienza bellissima che a mia volta vi consiglio di fare.. Troverete tante storie, tante testimonianze di persone (molte delle quali non ci sono più) che hanno voluto lasciare memoria della loro esistenza attraverso diari, lettere, scritti, in modo da essere ricordati quando un giorno non ci saranno più..
Si tratta di un’esperienza sensoriale unica, ma non voglio raccontarvi di più per non rovinare la sorpresa a chi fosse interessato ad andare.. Nell’ultima stanza del museo c’è una teca con un lenzuolo scritto con un pennarello da Clelia Marchi, una donna della provincia agricola mantovana nata nel 1912 e morta nel 2006 a 93 anni. Dopo la morte del marito avvenuta nel 1972 a causa di un incidente, Clelia Marchi non riesce più a dormire la notte e trascorre le sue notti a scrivere quaderni e quaderni di pensieri.. una notte non ha più carta ma c’è l’impellenza di scrivere, allora apre l’armadio, prende una delle sue lenzuola più belle che ormai non può più consumare col marito, prende un cuscino che appoggia sulle gambe e notte dopo notte scriverà con un pennarello sul lenzuolo 186 righe numerate in cui racconta la sua storia: la vita contadina. la povertà, i sacrifici, racconta l’evoluzione del suo unico amore in 50 anni di matrimonio, degli 8 figli di cui solo sono 4 viventi, racconta del tanto lavorare, delle sofferenze vissute, del doversi rialzare e andare avanti per i figli e la famiglia, racconta delle sue perdite, della sua solitudine.. spesso sgrammaticato (e con qualche frase in dialetto) essendo andata a scuola solo fino in seconda elementare e solo in inverno perché doveva badare ai fratelli, descrive la sua vita con una sincerità ed una potenza impressionanti tali da emozionare il lettore che non riesce a staccarsi dalle pagine della sua vita..
Una testimonianza preziosa e coraggiosa.. Nel 1985, pur non essendosi mai allontanata dal suo paese, Poggio Rusco, prende la corriera e va a Pieve Santo Stefano a depositare Il suo lenzuolo-libro nell’archivio diaristico della memoria. Il suo lenzuolo-libro diventerà un libro (scritto con gli stessi errori e refusi sul lenzuolo) edito da Mondadori (coincidenza Arnoldo Mondadori era natio della stessa città) e riscuoterà molto successo con grande risonanza soprattutto negli anni ’80 al punto da essere ristampato più volte… Io ho visto la stanza, la sua foto, il lenzuolo e ho letto il libro: mi ha scatenato un’emozione indescrivibile, che mai avrei pensato possibile… Fatevi un regalo, leggetelo!!
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