IL VELO DIPINTO W. Somerset Maugham
” Non è morto che un cane “
Recita così l’ultima frase dell’Elegia di Goldsmith ed è l’ultima frase che pronuncia uno dei protagonisti di questo romanzo. L’elegia racconta d’un cane che morde il padrone mettendone a rischio la vita poiché lo si credeva idrofobo, invece il padrone vive ed è il cane a morire.
Il personaggio che cita , nel romanzo, questa frase è Walter un medico inglese ( batteriologo) in servizio presso una delle colonie inglesi in Cina , che rimarrà vittima del suo tentativo di vendetta o piuttosto deciderà di morire per amore.
Maugham è capace di trasportare il lettore dentro le atmosfere che descrive , che non sono mai allegre, sono come delle cartoline del secolo scorso , di luoghi esotici dai climi umidi.
Con una prosa limpida ci conduce in Cina in luoghi dai nomi impronunciabili Tching-Yen, e la tetra colonia di Mei-Tan-Fu .
Ma Maugham racconta i luoghi attraverso le persone o meglio racconta persone influenzate dai luoghi, perché sono i personaggi di cui ci offre le vite ad essere il fulcro del suo narrare.
Così il colera sarà decisivo per la storia di Kitty la moglie del medico che è protagonista del romanzo.
” Sapevo che eri sciocca e frivola e una testa vuota . Ma ti amavo …”
Questa è la Kitty che arriva in Cina , ma quella che tornerà in Inghilterra sarà un’altra donna.
Pare quasi aver preso spunto da una vicenda del Purgatorio Dantesco , lo scrittore , quella in cui si narra del marito che non avendo il coraggio d’uccidere per propria mano la sua sposa , la conduce a morire in Maremma …
Ecco però che a Kitty non accadrà di morire e sarà Walter il marito a fare la ” fine del cane ” .
Certo vi aspetterete con queste premesse di trovarvi a parteggiare per la povera moglie , e di condannare il ” possibile ” femminicida , e v’ingannate!
Maugham ” solleverà il velo dipinto che quelli che vivono chiamano vita ” ( omaggio a Shelley) e scoprirete le innumerevoli sfumature dell’animo umano e di processi inaspettati che i sentimenti che ciascuno prova , innescano.
” … Non ho mai preteso che tu mi ammassi , non ne vedevo il motivo… Non mi ritenevo molto amabile. Eti grato mi fosse concesso di amarti e andavo in estasi se ogni tanto mi pareva che tu fossi contenta di me …”
Malinconico , cinico fino ad essere disturbante , un romanzo di notevole impatto emotivo , scritto con apprezzabile maestria!
Recensione di Maria Pina Chessa
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