Il verista della Cina: L’ECO DELLA PIOGGIA, di Yu Hua
Il suo primo libro è stato VIVERE!, che ha anche vinto il prestigioso premio Grinzane-Cavour e dal quale è stato tratto il magnifico omonimo film per la regia di Zhang Yimou, alla cui sceneggiatura ha collaborato lo scrittore stesso.
Fu la visione di questo film a spalancarmi gli occhi sulla sua opera.
Pertanto, vi propongo la mia personalissima descrizione di questo bel romanzo giovanile del talentuoso medico-scrittore Yu Hua.
RECENSIONE
Questo è stato il terzo libro, che ho letto, in ordine cronologico, di Yu Hua, dopo il romanzo VIVERE! e la raccolta di racconti LE COSE DEL MONDO SONO FUMO. E, ogni volta, ho notato sempre la stessa caratteristica: Yu Hua ha una peculiarità nel suo modo di scrivere, che viene puntualmente fuori. È il suo pessimismo, la sua lirica vena malinconica di narrare i fatti. Tanto che, sin da VIVERE! mi è venuto spontaneo paragonarlo al pessimismo di un altro grande e più noto scrittore siciliano, Giovanni Verga e al suo pessimismo veristico. Per questo, Yu Hua, con la sua personalissima maniera di raccontare, può, a buona ragione, essere definito, il verista cinese del XX e XXI secolo, poiché L’ECO DELLA PIOGGIA, secondo me, lo dimostra, pienamente.
L’ECO DELLA PIOGGIA
È un romanzo di formazione, che non segue la narrazione lineare dei fatti, bensì lo fa mediante il racconto di una serie di episodi, legati tra loro cronologicamente o collegati dalla presenza di precisi personaggi. Nella folkloristica carrellata della presentazione di questi, Yu Hua fa parlare, in prima persona, il protagonista Sun Guanglin, il quale narra la storia di sé stesso e della propria famiglia.
Sun Guangling è un malinconico ragazzo della campagna cinese della seconda metà del ‘900, residente in un povero villaggio chiamato Nanmen. Egli è l’unico membro riuscito a venir fuori dalla situazione di stallo in cui si era cacciata la famiglia, per colpa principalmente, di un padre incosciente e dissipatore.
Ma Sun Guancai, il padre, non è l’unico personaggio strambo della famiglia Sun: tra il fratello maggiore, sempre geloso del minore (il protagonista), e il più piccolo, morto affogato ad appena otto anni, per salvare un altro bambino, caduto nel fiume; la madre, che non si accorge quasi dell’esistenza di questo figlio taciturno e schivo, e il nonno, non si sa chi considerare per primo. Forse l’unica figura più fedele a sé stessa, più autentica è il nonno, Sun Youyuan, reso invalido da una caduta accidentale.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Considero, la lettura de L’ECO DELLA PIOGGIA, adatta a tutti, al di là del fatto se si conosca o meno la realtà rurale cinese: è il romanzo che qualsiasi adolescente, bene o male vive, che sia occidentale od orientale.
Quello che però nel libro Yu Hua non esplicita chiaramente è il quadro storico e il periodo politico in cui è ambientato, cioè gli anni della Rivoluzione Culturale: ne L’ECO DELLA PIOGGIA non ne fa quasi parola, tranne che in alcune allusioni come, ad esempio, l’arresto di un’insegnante.
È la traduttrice, la valida Nicoletta Pesaro, ad aggiungere qualche nota a piè di pagina, per chiarire alcuni particolari, che altrimenti, chi è a digiuno di storia e cultura cinese, soprattutto del periodo maoista, non riuscirebbe assolutamente a spiegarsi. Probabilmente, Yu Hua, come molti altri scrittori cinesi, temeva, a quel tempo, particolarmente la censura e l’espulsione dal Paese, per cui non si dev’esser spinto troppo al di là del consentito, come invece hanno fatto altri illustri colleghi come Ma Jian e Mo Yan.
ATTENZIONE! PROBABILE SPOILER. CHI NON VUOL SAPERE QUALCHE PICCOLO ELEMENTO IN PIÙ, NON LEGGA OLTRE!
I PERSONAGGI
Più su, ho giù anticipato il paragone spontaneo sortomi sin da quando ho iniziato a leggere le opere di YU HUA. Ho, infatti, definito questo scrittore-medico, il “verista della Cina”, proprio perché nei suoi romanzi e racconti, la maggior parte dei personaggi e delle ambientazioni, sono sempre malinconici, tristi, pessimisti, se non perdenti, proprio come i personaggi del più noto collega siciliano. È facile fare un paragone con la disperata famiglia di Sun Guanglin e quella, altrettanto disperata, dei Malavoglia verghiani. E, come nel romanzo del siciliano, anche in L’ECO DELLA PIOGGIA, c’è sempre chi, alla fine, senza essersi montato la testa, è riuscito a riscattare la propria esistenza e quella di tutta la famiglia, incattivita dalla malasorte e dalle superstizioni. Proprio uno dei figli, della famiglia Sun, infatti, come il giovane ‘Ntoni dei Malavoglia, vedrà spazzar via tutto il passato e tutta la nera disperazione, che aveva conosciuto insieme alla sua ascendenza.
Un’ultima parola, ora, voglio spenderla per Sun Guancai, il capofamiglia e padre di Sun Guanglin. Anch’egli, come il padron ‘Ntoni verghiano, è dissennato e incosciente, ma con una vena diversa, perché la sua incoscienza è allegra e spensierata. Seppur sia conscio del misero stato economico, in cui versa la famiglia, Sun Guancai, a differenza del suo omonimo siciliano, padron ‘Ntoni, è più stravagante e meno assillante, oltre che più simpatico dell’aspro e autoritario personaggio verghiano, pur restando sempre invaso, come l’altro, dalla stessa assurda e inutile superstizione.
La pioggia, infine, è il tema costante che fa da sfondo all’intera opera, come a descrivere la tetraggine del paesaggio e la durezza della vita nei campi; la tristezza e la rassegnazione alla sorte avversa della famiglia Sun, e lo stato d’animo dello stesso introverso giovane protagonista, Sun Guanglin.
Commenta per primo