IL VINO DELLA SOLITUDINE Irene Nemirovsky

IL VINO DELLA SOLITUDINE, di Irene Nemirovsky

 

Al centro di questo intenso romanzo c’è Helene e la sua vita prima di bambina poi di adolescente. Helene vive nella Russia degli Zar agli inizi del secolo scorso; la sua famiglia è agiata, addirittura ricca. La sua vita scorre regolare fra la quotidianità di un ambiente che non ama. Sua madre è una donna superficiale e mondana che Helene odia con tutte le sue forze, suo padre è distratto dalle attività finanziarie e dal gioco d’azzardo e non si interessa più di tanto alla figlia. Helene passa tutto il suo tempo con la sua governante francese, Mademoiselle Rose, che adora. Con lei viaggia spesso in Francia ed impara a parlare il francese. Gli eventi storici travolgono la famiglia di Helene che dopo un trasferimento a Pietroburgo, con l’avvento della rivoluzione bolscevica, espatriano prima in Finlandia e poi a Parigi. Il romanzo descrive mirabilmente tutte le atmosfere del tempo e dei luoghi ed in particolare lo stato d’animo di Helene, il suo crescente risentimento verso la madre, l’amore incompreso verso il padre e quello verso la sua governante.

Un elemento centrale del libro è il rapporto tra Helene e sua madre e il suo modificarsi negli anni. Quando Helene è una bambina è quasi ignorata da questa madre anaffettiva che pensa solo alla sua bellezza e ai suoi amanti. Helene matura un profondo risentimento e quando si scopre non più bambina e desiderata dagli uomini decide di attuare una vendetta…

Con questo romanzo Irene Nemirovsky ci racconta a cuore aperto la sua infanzia e la sua adolescenza. Helene in realtà è Irene e tutto quello che è raccontato nel libro è assolutamente autobiografico. La madre anaffettiva, la governante francese, l’amore per la Francia e per Parigi, la rocambolesca fuga dalla Russia: è tutto vero. E’ il racconto dettagliato, appassionato, palpabile della prima parte della vita di questa scrittrice straordinaria la cui vita sembra la trama di un film, purtroppo non a lieto fine.

Un romanzo un po’ lento, anzi diciamolo pure, a tratti piuttosto noioso e anche inquietante ma contraddistinto, com’ è nello stile della Nemirovsky, da una scrittura potente, estremamente efficace.

A me è piaciuto molto ma ci vogliono due o tre capitoli per entrare in sintonia.

Recensione di Stefano Benucci

IL VINO DELLA SOLITUDINE Irene Nemirovsky

 

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