IL VOLO DEL NIBBIO, di Enzo Petrini
“Qui, qui, Leonardo. Ti ricordi del sogno del nibbio sulla tua culla, il nibbio che ti apriva la bocca e volava lontano. È un presagio. Tu devi lasciare questa casa e parlare alla gente. Volerai in alto come il nibbio, Leonardo, bambino mio. In alto, in alto.”
“Il volo del nibbio” è un romanzo avvincente sulla vita di Leonardo Da Vinci, una vita affascinante proprio perché essa stessa un romanzo.
Scorrevole e bel scritto, il libro ripercorre con maestria di particolari e con la forza dei dialoghi dell’ epoca, l’inquieta quanto fantastica vita del personaggio più geniale e misterioso del Rinascimento italiano, diventato universalmente un genio immortale.
Con Leonardo si rivivono le atmosfere delle grandi città del Rinascimento, periodo di grande fervore artistico ed economico: Firenze con le sue botteghe d’arte e di commerci, un capitolo irripetibile nella storia dell’arte, del lavoro e della civiltà italiana; Milano, splendida e operosa e cosi “ansiosa di farsi più ricca e produttiva” con l’aiuto della tecnica, un autentico centro di vita internazionale, e poi Venezia, Mantova, Urbino e Roma.
“Il volo del Nibbio” non è solo la vita di un personaggio dalla personalità complessa e dagli interessi innovativi, è “una macchina del tempo” capace di catapultare i lettori/le lettrici nelle fastose corti dei grandi personaggi: Lorenzo Il Magnifico, Ludovico Il Moro, Isabella D’Este etc, e nelle atmosfere dell’epoca: le botteghe dei grandi artigiani e dei maestri d’arte.
È il percepire gli odori delle vernici, del fondersi del metallo, il frusciare dei tessuti, è il mescolarsi dei colori, confondersi tra i fasti delle corti, udire il suono delle chiarine e dei pifferi, il cadenzato passo dei giovani tamburini, il roteare delle bandiere da parte di abili alfieri, e tanto altro ancora.
Tutti i personaggi del libro sono presentati nella concretezza delle loro azioni e dei loro sentimenti e perdono l’astrattezza indeterminata e lontana.
Ed ecco, nel leggere “il volo del Nibbio”, sentire la presenza di Leonardo curvo tra i suoi appunti e, nella luce fioca di una lanterna, ammirarlo, nell’attenta e scrupolosa solitudine, per quella sua inappagabile sete di conoscenza e diventare un suo discepolo affezionato proprio come Giacomo Caprotti, alias Salaì, Zoroastro o Francesco Melzi.
Insomma per concludere questo libro ripercorre, con mano felicissima, agile e in perfetta aderenza con la tradizione e il documentario storico, sullo sfondo delle vicende e tra i personaggi di un’epoca lontana e travagliata , la storia di quell’uomo incomparabile con la sua arte senza tramonto, le sue molteplici intuizioni, i suoi geniali studi di scienza e di tecnica, senza mai annoiare, risvegliando la curiosità e l’interesse del/della lettore/tre capitolo dopo capitolo.
“Maestro è uno sforzo troppo grande” tentò di persuaderlo il Melzi.
“È l’ultimo, ma voglio, devo farlo. Riceviamo in piedi i re della terra, non voglio accogliere con meno reverenza il Re dei Cieli.
…Leornado è stato uno degli uomini che più è riuscito ad avvicinarsi alla perfezione di quel Dio che egli aveva cercato con inesausta sete del vero e davanti al quale si presentava con umiltà di fede.
Recensione di Patrizia Zara
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