ILLUMINATA, di Patrizia Carrano (Mondadori)
Avete presente la Venezia dipinta dal Canaletto? Provate a immaginare che tre secoli dopo un Maestro surrealista disegni sopra a gondole, palazzi, ponti e canali, il Leone di San Marco.
Questo il Prologo dell’eccellente romanzo di Patrizia Carrano “Illuminata”, che non proprio così immaginando introduce il lettore alla biografia romanzata di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata nel mondo.
Venezia è quella del ‘600, le calli sono fangose e sporche di rifiuti, ” l’aqua granda ” la consuetudine di una città lagunare di difficile gestione anche per il Doge e i Procuratori che la governarono. A orlare il Canal Grande si ergono nella loro magnificenza e sontuosita’ i Palazzi, le Chiese e i Teatri. I “Codega” remano sulle nere e lucide gondole allora come oggi.
Il peccato originale dei genitori di Elena Lucrezia è quello di non essere sposati. Zanetta è figlia di mercanti, Giovanni Battista un Patrizio che ricopre l’alta carica di Procuratore della Serenissima. Cit
Se alcun Nobile nostro in l’advenir sposerà alcuna fantesca, i femmina de villa, over qualunque altra di abieta e vil condizione, tale sposalizio per quanto per tiene al benefizio della nobilità solamente ai figlioli soi, non possa essere accettato dalli avvogadori nostri de Commun”. (Zanetta)
Le casse della Repubblica sono vuote: la scoperta dell’America e la guerra per la supremazia commerciale nel Mediterraneo con i Turchi, le hanno messe a dura prova. La peste ha inflitto un duro colpo alla salute pubblica e la mortalità non solo infantile è elevata.
Elena ha in sé il dono dell’intelletto e grazie alle sue origini e all’aiuto della famiglia verrà fatta studiare e seguire da colti religiosi maestri di filosofia, musica, geografia e naturalmente teologia che la condurranno sulle vette più alte della conoscenza fino alla laurea. Ogni distrazione o vanità risulta inutile e irriguardosa messa a confronto con l’intimo piacere che le dà la Cultura.
In un seicento nel quale le donne o diventavano mogli , madri o monache, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia risulta essere una donna moderna che abiura le convenzioni dell’epoca per diventare ciò che vuole diventare: una donna sapiente. I palpiti dell”amore per un uomo arabo che le insegnerà la millenaria cultura araba di cui l’Occidente è impregnata, la lasceranno prostrata e sofferente per la sua improvvisa dipartita.
La sintassi riprende l’architettura con cui Patrizia Carrano ha scelto di edificare il suo romanzo. Gli incisi non appesantiscono la lettura, anzi rendono la prosa fluida e scorrevole come quei fiumi che nonostante anse, pendii o avvallamenti proseguono indisturbati il loro corso fino ad arrivare alla foce. La scrittura nel suo insieme è ricercata ma limpida, non vi è, nonostante il contesto storico, alcuna traccia di bizantinismi.
Lo consiglio.
Recensione di Ivana Merlo
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